L’autunno caldo è un periodo della storia d’Italia segnato da lotte sindacali operaie che si sviluppò a partire dall’autunno del 1969 in Italia. Da questo movimento sociale è nato lo “Statuto dei lavoratori”.La grande mobilitazione operaia, che fece seguito alla contestazione giovanile del Sessantotto, si collegò alla scadenza triennale dei contratti collettivi di lavoro, in particolar modo quelli relativi alla categoria dei metalmeccanici. In questo periodo le rivendicazioni salariali spontanee nelle grandi fabbriche si associarono alle agitazioni studentesche che reclamavano la tutela ed il riconoscimento del diritto allo studio in Italia per tutte le classi sociali.
Ora siamo in inverno rigido, anzi ci avviciniamo. Non per temperature meteo ma per il gelo di anime, cuori e portafogli oltre che di salute a rischio. La seconda ondata della pandemia Covid riempie gli ospedali ma anche le piazze, che brulicano di dolore sociale, impotenti come sono dinanzi alla crisi più dura di sempre. Alt però alle strumentalizzazioni, alla violenza fine a se stessa. C’è da rivendicare tanto, dai diritti ai ristori. Ma pacificamente, senza etichette malavitose, senza rappresentare l’ultra-destra o l’ultra sinistra. Ricordiamo le parole di Pier Paolo Pasolini all’epoca degli scontri tra studenti e poliziotti a Valle Giulia: I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato, appartengono all’altra classe sociale.A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi,mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici.