Aveva 101 Fabrizio Dentice D’Accadia, morto a Milano ma con sangue nobile nostrano, appartenente ad un ramo della dinastia Dentice D’Accadia, radici amalfitane, notissima a Napoli ma anche a Nocera Inferiore, con la contessa e soprattutto con Filippo, deputato del primo decennio del secolo scorso, ricordato con l’intestazione della via che parte da un incrocio di via Solimena e arriva fino al passaggio a livello che anticipa via Canale.
Aveva studiato Scienze Politiche e, durante il secondo conflitto mondiale, è stato ufficiale interprete di inglese, francese e tedesco in Sardegna.
Nel dopoguerra, fu cronista parlamentare per il Giornale d’Italia per poi passare nel 1956 all’Espresso (celebre il suo articolo del 1968 sullo psichiatra Franco Basaglia come cronista per l’estero ed infine al settimanale Panorama sotto la direzione di Nantas Salvalaggio e poi di Leo Lionni.
Autore di tre romanzi, ha vinto due volte il Premio Comisso: nel 1987 con Egnocus e gli efferati e nel 1997 con Perros de España.
Nel corso della sua carriera si è anche occupato di critica d’arte pubblicando nel 1964 Denaro al muro, sulle valutazioni dell’arte contemporanea e Persone nel 2009, raccolta di una quarantina di articoli sulla vita di personaggi illustri