Un quarto d’ora di silenzio, tenendo accesa la speranza, sotto forma di luce dei telefonini. Speranza di lavorare in vera sicurezza, di non doversi arrendere a chiusure varie di reparti a causa di contagio, di poter fornire un servizio migliore con macchinari già esistenti. Mormorii: qualcuno obiettava, pensando ad una forma di protesta diversa, in considerazione della grave situazione che accompagna da mesi il lavoro giornaliero di medici, infermieri, quelli del 118 ma anche i volontari della Protezione Civile, il vario personale che lavora all’Umberto I. Ma il silenzio ha avuto un effetto forse ancora più amplificato: è servito a far comprendere che la situazione è più che collassata e se non perde completamente i sensi è grazie al sacrificio di tanta gente. C’era il mondo dell’informazione, c’erano forme di cittadinanza attiva ma mancavano, nel parcheggio posizionato difronte all’ospedale, le istituzioni: appena 3 consiglieri comunali di Nocera Inferiore (D’Acunzi, Della Mura e Guerritore) ed un solo consigliere di Nocera Superiore (Amato). Le parole di Teresa Cuomo, responsabile di Neurologia, hanno riguardato in particolare l’intollerabile ritardo sull’installazione della macchina per i tamponi (comprata grazie al contributo di tantissimi nocerini) e sui tanti problemi dell’Umberto I che si accumulano col trascorrere di giorni, settimane e mesi: “Abbiamo fatto il giuramento di Ippocrate, salviamo vite ma non vogliamo mettere a rischio le nostre e quelle delle nostre famiglie”.
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