Novità sotterranee arrivano da Paestum. Dovrebbe trattarsi una cisterna per l’acqua quella galleria sotterranea che si trova a Paestum tra il tempio chiamato Basilica e il tempio c.d. di Nettuno. Nota fin dall’ottocento per la prima volta è oggetto di un rilievo dettagliato. L’ipotesi che si trattasse di una cisterna è suffragata dal fatto che le pareti siano completamente rivestite di malta idraulica. La galleria, accessibile attraverso quattro pozzi chiusi con delle grate, ha una lunghezza di quasi cinquanta metri ed è tuttora percorribile da tecnici muniti di appositi dispositivi di sicurezza.
Oggetto di un sopralluogo lo scorso 28 ottobre, è già stati sondato nel passato, come raccontano graffiti sulle pareti risalenti al XIX e XX secolo. Il più antico è del 1885 e il più recente del 1965. Un percorso interessante che, nell’idea futura del direttore Gabriel Zuchtriegel, potrebbe diventare vistabile anche per il pubblico.
“Sarebbe bellissimo poter far visitare un giorno questa Paestum sotterranea a tutti – dichiara il direttore, – ovviamente solo dopo un restauro attento della struttura e con tutte le misure di sicurezza. È un monumento che come pochi altri illustra come i templi fossero parte di una società, di un’economia e di una vita quotidiana nella quale la gestione delle acque rivestiva un ruolo centrale, dalla bonifica della piana da parte dei coloni greci fino all’impaludamento nell’Alto Medioevo. La storia di Poseidonia, come abbiamo raccontato in una mostra recente su archeologia e cambiamenti climatici, è anche la storia del rapporto tra la comunità e l’acqua”.
RIFLESSIONE SULL’USO DELL’ACQUA A PAESTUM
In ogni caso questa galleria deve essere ancora datata e apre comunque una nuova riflessione sull’acqua.
“A Paestum l’approvvigionamento delle acque rappresentava una criticità – spiega il direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel –L’acqua del Capodifiume era malsana e i pozzi non risolvevano il problema perché l’acqua di falda tendeva a essere salmastra vista la vicinanza della città al mare. Così, raccogliere l’acqua piovana che scorreva dai tetti dei due templi più grandi della città in una grande cisterna poteva essere una buona idea, anche se ancora ci mancano dati precisi sulla cronologia della struttura.”
Come sottolinea il funzionario archeologo del Parco, Francesco Scelza, la posizione della cisterna all’interno del grande santuario urbano della città antica non è casuale.“Nei riti antichi, l’acqua giocava un ruolo fondamentale, anche se, spesso, non è facile distinguerne un uso cultuale da un uso corrente. La cisterna ipogeica del santuario meridionale di Paestum era nota già dai primissimi scavi dell’inizio del ‘900 ma finora è stata esplorata solo in parte”.
Dal twitter del direttore Zuchtriegel, proprio in questo momento, vengono annunciate novità per il c.d. tempio di Nettuno: lungo le fondazioni sta venendo alla luce una stratigrafia intatta “che promette di fornire nuovi dati sulla storia del movimento”.