In un Paese di poeti, santi, navigatori e tuttologi, non poteva andare diversamente: colori su colori, interpretazioni varie, recriminazioni di ogni genere, Tar che decidono diversamente nella stessa regione, un commissario della sanità a sua insaputa, i dati truccati, i presidenti di calcio coi tamponi truccati, le ribellioni alla lungomare chiusa, la lungomare aperta altrove, i negazionisti sempre in agguato (pur incassando il colpo Trump). Nel contempo, il grande stress, anzi il dramma, di ospedali, medici, infermieri, addetti alle rsa, i contagiati lasciati senza assistenza a casa, le Usca che non funzionano, la medicina si fa per dire normale messa nel ripostiglio. Un vero bordello, altro che arte di arrangiarsi. Sembra una cartolina dal Paese che mostra attributi solo quando è sul punto di soccombere, di soffocare. La normalità da noi non esiste, c’è solo l’emergenza. Non è solo un problema “caratteriale” o sociologico. La mancanza di normalità nasce dall’alto: programmazione zero, tirare a campare, rubacchiare oggi e chi se ne frega del domani. Immaginate cosa potrebbe succedere all’arrivo dei soldi del Recovery Found: ogni staterello presenterà improbabili progetti, ogni categoria pretenderà di tutto e di più. Riusciremo a convergere su una decina di piani strategici veramente improntati all’Italia del futuro. Occorrerebbe l’ennesimo commissario, di sicuro non come quello che era stato messo in Calabria. (m.m.)
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