Miracoli zero, diciamolo ancora una volta con forza. Miracoli in questi mesi non se ne sono visti in Campania, fatta eccezione per San Gennaro. Invece c’è stato un continuo gridare al miracolo, questo sì, magari di venerdì e con qualche replica nel resto della settimana.
Un miracolo (dal latino «miraculum», cosa meravigliosa), in teologia, è un evento straordinario, al di sopra delle leggi naturali, che si considera operato da Dio direttamente o tramite una sua creatura. Nel linguaggio comune, per estensione, il termine miracolo indica anche un fatto eccezionale, che desta meraviglia.
La sanità campana non è diventata esempio di miracolo teologico e nemmeno di miracolo comune. Nella prima fase della pandemia ha semplicemente resistito, con le poche forze che aveva. Nella seconda fase, ridotta allo stremo, è sprofondata: le immagini e le storie di queste settimane testimoniano ampiamente le gravi difficoltà.
Adesso, constatato e certificato anche a livello nazionale l’assenza di miracolo, bisogna ripartire diversamente, continuare e ripartire. Servono altre risorse, umane e materiali, sanitarie e persino farmaceutiche. Serve gente in grado di gestire l’emergenza e programmare il dopo. La forza di rialzarsi ci deve essere per…forza.