Qual è il punto sulla sicurezza stradale nel giorno che l’ONU nel 2005 ha proclamato per commemorare le vittime della strada e avviare confronti e riflessioni su un tema che domina il nostro tempo e il nostro spazio vitale ?
La Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, ogni anno, cade nella terza domenica del mese di novembre, in ricordo delle tante vittime di incidenti stradali e del dolore dei loro familiari.
In tempo di Coronavirus, sembrerebbe quasi un argomento di secondo piano, se i dati non ci suggerissero che, invece, si continua a morire sulle strade, come sulle nostre strade dell’agro, per i motivi più insistenti: uso del cellulare alla guida di un veicolo a due o quattro ruote, distrazione, velocità eccessiva e il più grave uso di alcol e droghe.
Nessuno vuole più aspettare. La mancanza del rispetto dei limiti di velocità e della precedenza sono le motivazioni che si ripetono di più nei bilanci delle Forze dell’Ordine, chiamate al duro compito di verbalizzare l’accaduto e procedere agli accertamenti che facciano luce sulle tragedie che infestano le nostre strade, insistentemente.
I dati del 2019 in Italia: 172.183 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato 3.173 vittime e 241.384 feriti.
Di fatto, la sicurezza stradale si conferma uno dei maggiori problemi che viviamo noi cittadini europei, italiani, campani, dell’agro nocerino.
Non è solo con la manutenzione stradale che possiamo cominciare ad emergere dal baratro in cui siamo caduti. Occorre un cambiamento culturale, occorre capire che sia arrivato il momento di cambiare le abitudini negative degli automobilisti e di tutti gli utenti della strada. Ciascuno, per proprio conto e senza mai dimenticare che la strada sia patrimonio di tutti, deve cominciare ad assumersi le proprie responsabilità.
Da pedone, ciclista, automobilista, camionista, autista o fruitore dei mezzi pubblici. Ognuno di noi ha regole da rispettare, norme del Codice della Strada che indicano le cose opportune da fare.
Ma la prima parola che non si deve mai dimenticare è: rispetto. Il rispetto. Quel rispetto essenziale per se stessi e per gli altri utenti della strada che deve accompagnare ogni nostro movimento, sulla strada e nella vita, ogni azione che possa avere conseguenze per noi stessi e per chi condivide con noi nello stesso momento l’asfalto.
Il cammino della prevenzione, l’impegno propositivo delle campagne di sensibilizzazione e dei progetti per le scuole sul tema della sicurezza stradale è lungo e tortuoso. Ma è indispensabile portarlo avanti. Crescere, sulla strada, maturare, evolversi è possibile e necessario. Lo dobbiamo a noi stessi e lo dobbiamo ai tanti che oggi non sono più qui, accanto a noi. a ricordarci quanto sia bella la vita è quanto sia ingiusto perdere un dono così prezioso per un attimo di superficialità, per una bravata, per una distrazione apparentemente innocua.
MARIA ROSARIA VITIELLO
Con questo pezzo, inizia a collaborare con noi Maria Rosaria Vitiello, ne siamo felici, la sua testimonianza sull’argomento di oggi è di persona che ha vissuto il tutto sulla propria pelle e che da quel momento ha iniziato una nuova battaglia (m.m.)