Sono passati quarant’anni da quel fatidico 23 novembre 1980. Un evento che ha cambiato la storia del territorio campano: un terremoto in Irpinia che ha avuto un effetto devastante in tutta la regione. Gli echi di questo evento sono ancora presente in segni e ricordi, in crolli e disastri ma anche e soprattutto nella elaborazione che l’arte ne ha realizzato.
La risposta, la proposta di un riscatto forte la diede Lucio Amelio, il gallerista napoletano che, diede un input a trasformare la catastrofe da forza distruttiva in forza creativa: chiamò i più grandi artisti dell’epoca e creò una collezione unica. Parte di essa poi la lasciò alla Reggia di Caserta.
In occasione dei 40 anni, in ricordo di questa forza la Reggia di Caserta si apre ad accogliere pienamente questo dialogo con il riallestimento di parte delle opere della collezione negli Appartamenti Reali.
Il progetto, avviato dal direttore della Reggia Tiziana Maffei con la collaborazione di Angela Tecce, storico dell’arte già dirigente MiBACT e curatore di mostre di rilievo internazionale, vede l’esposizione di 21 delle 72 opere. Successivamente delle altre.
La prima sala, quella degli Alabardieri, ospiterà il primo pezzo “Terremoto in Palazzo” di Joseph Beuys. Un modo per ricordare,
In attesa di poter riaprire le sue porte al pubblico e di fruire di Terrae Motus dal vivo, la Reggia di Caserta dedicherà il prossimo week end e l’intera settimana successiva alla mostra per svelarne, giorno dopo giorno, i dettagli. Le opere, la loro collocazione e alcune personalità del mondo dell’arte e della cultura che hanno negli anni contribuito alla lettura, alla conoscenza e alla storia di questo patrimonio, saranno protagonisti di un’intensa attività sui social e sul sito internet istituzionale. Le iniziative sul web, che si apriranno con un videomessaggio del direttore generale della Reggia di Caserta, saranno precedute sabato alle 10.50 su RaiRadio3 nella trasmissione”A3 Il formato dell’Arte” da un dialogo a più voci con Tiziana Maffei, Angela Tecce e l’artista americano formatosi nella galleria di Amelio, Tomas Arana.
“Terrae Motus è il sogno visionario di un grande uomo che coltivava l’amore, che ispirava, sosteneva e dava vita all’arte – afferma la direttrice Tiziana Maffei – C’è una stretta analogia tra lui e Carlo di Borbone, il re che riuscì a guardare lontano per la nascita della capitale di un regno. La collocazione delle opere di questa preziosa collezione negli Appartamenti Reali, lungo il percorso museale del Palazzo Reale, è l’inizio di un processo di valorizzazione che ci porterà entro l’anno a restituire con forza il messaggio di Lucio Amelio. Un dialogo costante tra passato, presente e futuro per ricostruire una relazione imperitura con l’arte internazionale”.