
Finalmente, in una fase di tensione sociale e di dubbi sul futuro nel mondo economico, con la pandemia che ci ha aggredito da mesi, si fa strada il risultato di una ricerca condotta dall’Università della California a Berkeley.
Oggetto di questo studio è il comportamento più idoneo nei luoghi di lavoro per favorirsi la scalata alla carriera e al successo.
Si è sempre pensato che l’egoismo, la competitività, l’arrivismo fossero caratteristiche significative per una crescita professionale, per raggiungere in rapidità le più alte vette della propria carriera.
Ma i dati forniti dalla ricerca sul comportamento nei luoghi di lavoro hanno messo in crisi questa convinzione.
I ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione sui vari modelli di atteggiamento: il passivo-aggressivo, quello manipolatore, chi cerca di intessere rapporti con persone influenti, l’intimidatorio, il cordiale e collaborativo (incline a rapporti amichevoli) e, infine, quello che punta sulle proprie competenze.
La domanda: essere competitivi e distaccati, poco empatici può aiutare ad avere maggior successo in ambito lavorativo?
Ebbene, i risultati registrano la vittoria del ‘no’.
L’egoismo, l’atteggiamento algido, la rigidità, spesso, rovinano il clima lavorativo e possono creare conseguenze negative.
Questo studio publicato sul Proceedings of the National Academy of Sciences ha costituito lo strumento per celebrare i comportamenti socievoli e i soggetti predisposti al dialogo e all’apertura, nei luoghi di lavoro.
Ecco che vengono aperte le porte che conducono al successo lavorativo anche a tutti quelli che, per inclinazione caratteriale, sono soggetti ad atteggiamenti cordiali, alla cooperazione e all’apertura verso gli altri.
Non a caso, l’utilizzo dell’avverbio ‘anche’: se è vero che gli egoisti non siano avvantaggiati, i dati rilevano al contempo che questi riescano comunque a procedere nella professione, quanto i colleghi più aperti.
“Chi è aggressivo e freddo non è avvantaggiato in ambito lavorativo – si legge – Al contrario più favorite sono le persone estroverse e affabili, che riescono attraverso la creazione di buoni rapporti interpersonali ad avere un maggiore successo”.
Quanti di noi sono stati convinti finora che le persone egoiste, competitive, ostili e fredde abbiamo maggiori possibilità di conquistare un ruolo apicale in azienda?
E che chi riesce ad essere distaccato dalle situazioni le affronta più agevolmente, perché la sua freddezza costituisce uno scudo protettivo?
I risultati di questa ricerca realizzata dall’Università della California ci aprono all’ottimismo e al futuro.
Non è vero che gli empatici abbiamo meno possibilità di chi è ossessionato dal primeggiare con arroganza per fare carriera.
Si può arrivare in alto, si può avanzare nella professione con un buon carattere, aperto e predisposto all’interazione con i colleghi e con i superiori.
Chi è ostile e competitivo non fa carriera più degli altri, perché ciò che potrebbe rappresentare un vantaggio viene annullato dal non riuscire ad intessere piacevoli rapporti interpersonali, importanti per ottenere riconoscimenti e raggiungere posizioni di rilievo.
Non si può nascondere, però, che ci siano leader politici e figure pubbliche rilevanti che abbiano atteggiamenti ostili.
Anche a questo i ricercatori riescono a trovare una risposta, forti del lavoro svolto:
i modi aggressivi assunti da chi ricopre ruoli apicali non sono lo strumento che li ha portati al successo ma la loro conseguenza.
È il potere che conduce alla poca predisposizione verso gli altri. La socievolezza e la fiducia divengono chimere.
MARIA ROSARIA VITIELLO