
Partendo dallo spunto offerto dalla copertina del settimanale d’informazione Internazionale,
se l’immenso ambito della cultura, mostre, musei, teatri, cinema, auditorium, concerti, convegni, centri culturali, sta vivendo nella sua globalità un periodo difficile, di inattività e mancata produzione e scambio, occorre più che mai guardare al futuro e rimboccarsi le maniche per ricostruire e colmare il gap. Un gap che fa paura.
Si parla della provocazione lanciata da Giovanna Melandri, presidente della fondazione MAXXI, di rendere deducibili le spese di accesso ai luoghi di cultura.
Avere la possibilità di scaricare le visite culturali dalle imposte potrebbe rendere più accessibili i luoghi e le occasioni di produzione culturale, in una fase di blocco totale in cui tutta l’attenzione è concentrata su come contrastare il Covid 19.
In che modo risponde il terzo museo italiano più seguito sui social network, che trionfa nel cuore della Capitale – su Instagram, con 118mila follower, e con un incremento pari al 400%. su Facebook – la Galleria Borghese, a questo condizione di inoperosità?
Nessun blocco, no alla crisi.
Reagisce rinvigorendo la sua energia virtuale, realizzando incontri e mini doc online, per la fruibilità del patrimonio presente in quelle mura.
Come tutti i musei italiani, a causa delle restrizioni fissate dai DPCM, anche la Galleria Borghese è chiusa al pubblico.
Ecco che ha deciso di rendere più efficace la sua attività social con un ciclo di nuovi appuntamenti – quelli del primo lockdown hanno registrato un grande successo –
dedicati all’approfondimento delle opere, sulle pagine ufficiali della Galleria.
A spiegare il senso di questo disegno progettuale che apre al futuro e all’approccio del social media è la neo direttrice del museo Francesca Cappelletti: “Se in questo momento non possiamo accogliere i visitatori, non vogliamo far dimenticare i capolavori che raccontano la storia del museo – ci tiene a rilanciare -. Abbiamo pensato di ripristinare la conversazione sulle opere e sulla collezione, attraverso le parole dei nostri esperti e di amici stranieri, che si trovano a Roma per ragioni di studio o di lavoro, perché ci manca il pubblico internazionale che affollava il museo”.
Offrire al pubblico virtuale questo bagaglio prezioso di capolavori artistici – Bernini, Canova, Raffaello, Tiziano – e, al contempo, gli interventi critici di intellettuali ed esperti del settore mette in luce l’impegno a far crescere sempre di più la comunità di cultori di opere e di amanti dell’arte, che potranno restare vicini alla ricchezza culturale custodita dalla Galleria Borghese pur essendo lontani fisicamente.
La cultura italiana non intende accettare ulteriori battute d’arresto. È tempo di ricominciare, puntando l’obiettivo luminescente sul prezioso scrigno di tesori culturali di cui l’Italia è piena.
MARIA ROSARIA VITIELLO