Sono circa 25 gli anni di carcere per 11 persone, rispetto ai 133 chiesti dalla Procura Antimafia per l’indagine “Viking“, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Salerno tra la Valle dell’Irno e l’Agro Nocerino sarnese, con lo spaccio registrato anche nei pressi del campus dell’Università. Ieri mattina, il gup del tribunale di Salerno ha emesso le sue sentenze di condanna, facendo cadere l’ipotesi dell’accusa maggiore, il traffico di droga con il vincolo associativo, per molti degli imputati. Altri, invece, sono stati assolti dall’accusa di associazione ai fini di spaccio, per alcuni riconosciuta in forma più lieve rispetto alle ipotesi iniziali. Nel collegio difensivo gli avvocati Gregorio Sorrento, Francesco Vicidomini, Bonaventura Carrara, Guglielmo Guarracino e Giuseppe Della Monica.
Le indagini dei carabinieri aprirono uno squarcio su un giro di spaccio che partiva dall’Agro fino alla Valle dell’Irno, con i pusher presenti anche all’esterno dell’Università, tra il 2015 e il 2017. La droga venduta era di qualsiasi tipo, dall’hashish alla cocaina, fino all’eroina e al crack. Alcuni dei coinvolti controllavano gli accessi al campus di Fisciano, come sentinelle, avvisando poi i complici dell’arrivo dei carabinieri. La base era a Nocera Superiore, ma i gruppi erano attivi a Castel San Giorgio ma anche a Pagani. In un’occasione, fu coinvolto anche un minore. Nello specifico, uno degli imputati era in compagnia del figlio, mentre veniva pedinato. Il bimbo, di 7 anni, era con lui per non destare sospetti negli investigatori che lo stavano osservando. Centinaia furono gli acquirenti identificati nelle varie piazze di spaccio, dislocate su buona parte del territorio provinciale. Tra questi, anche studenti. I gruppi si rifornivano di droga nel quartiere di Scampia, a Napoli, ma anche a Castel Volturno. In particolare, era un imputato residente a Pagani il referente, in questo senso, che fu ritenuto vicino – secondo le indagini della Dda – ad ambienti camorristici dell’Agro. Durante il blitz furono sequestrati anche cento grammi di cocaina, mentre risultarono diversi gli assuntori segnalati alla Prefettura per l’uso di stupefacenti. La maggior parte di loro, aveva collaborato durante l’inchiesta, fornendo riscontri per l’identificazione dei singoli imputati.