Articolo della Città, 26 febbraio 2014. “Ha depositato querela per calunnia contro tre consiglieri comunali il sindaco Gaetano Montalbano. La denuncia, sporta contro i tre consiglieri comunali Francesco Scarano, Matteo Bove e Santolo Battipaglia e contro il legale che ha curato il ricorso al Tar, sottoscritto contro una delibera della giunta guidata dal sindaco, riguarda la vicenda Castalia, società impegnata nella realizzazione delle fogne. Il ricorso era stato sottoscritto dai tre consiglieri comunali contro il lodo arbitrale che vedeva in contrapposizione Palazzo di Città e l’azienda, per il discusso accesso ai fondi del piano triennale delle opere pubbliche. L’arbitrato aveva espresso il suo assenso, su richiesta dell’amministrazione, sancendo che il comune dovesse finanziare i lavori eseguiti dalla ditta privata. Questa disposizione era stata impugnata al tribunale amministrativo regionale della Campania-Sezione di Salerno dai tre consiglieri, con un rigetto tecnico dei giudici che avevano dichiarato inammissibile il ricorso. Il problema sollevato dai consiglieri era la delibera di giunta con la quale l’amministrazione deferì a collegio arbitrale la controversia, che opponeva da un lato il Comune e dall’altro la Castalia Servizi Idrici Srl. I giudici amministrativi rimisero al collegio arbitrale la decisione sulla validità ed efficacia del provvedimento, nonché sulla validità ed efficacia della clausola compromissoria della discordia, quella che stabiliva l’utilizzo dei soldi pubblici per i lavori.Il problema ravvisato da Montalbano era l’invio contestuale alla procura di quanto sollevato al Tar dai consiglieri comunali, con un pregiudizio sull’operato dell’amministrazione guidata dal sindaco. Il primo cittadino ha sottoscritto l’atto giudiziario per tutelare la sua azione amministrativa, finita nel mirino e messa in discussione per presunte irregolarità da parte dei tre politici in una nota alla procura nocerina. L’affidamento dei servizi idrici del comune di Nocera Superiore Castalia Sistemi, ex Italgenco, era finita all’attenzione del pm Roberto Lenza, con l’acquisizione del deliberato di affidamento.
LA STORIA
Il giornale non era nato quando nel 1988 il Comune, ancora in era Prima Repubblica e con l’impossibilità di intervenire adeguatamente in materia, concesse a Castalia, in origine ItalGenco, di occuparsi delle fogne cittadine. Dopo un decennio, cominciò l’era delle proroghe e dei cambiamenti delle carte in tavola. Castalia diventa un doppione scomodo della Gori, scomodo per il semplice e incredibile fatto di intervenire con fondi pubblici, cioè coi mutui accesi dal Comune con la Cassa Depositi e Prestiti. Un’enormità che ha gravato per anni sui bilanci cittadini, con lodo compreso, con tanti tentativi di venire a capo di una situazione pesantissima in tutti i sensi.
LIETO FINE ?
Nella seduta di ieri del Consiglio Comunale, il sindaco Cuofano e alcuni consiglieri della maggioranza hanno avuto parole di giubilo per la chiusura, anzi per alcuni il primo atto della parola fine, arrivata col protocollo d’intesa firmato tra Comune e Castalia, con rinuncia da parte di quest’ultima al lodo. I soldi risparmiati sono serviti e serviranno all’amministrazione per lavori fondamentali, in primis riguardanti interventi su alcune arterie cittadine. In quanto alla rete fognaria, c’è già il progetto esecutivo per intervenire su due precisi punti della città che da anni attendevano l’inizio. E qui, assieme all’Ente Idrico Campano, entra in ballo la Gori, che diventa dominus dei lavori. L’espertissimo consigliere Monetti, pur esprimendo soddisfazione, ha ammonito: non facciamo l’errore dell’88, allora si era nel giusto scegliendo Castalia, poi ci sono state degenerazioni. Ora evitiamo di fare la stessa cosa con la Gori. Cuofano, suffragato da Bisogno e Pedone, è andato oltre: Non basta dichiararsi No Gori, bisogna risolvere i problemi della città. Noi siamo per l’acqua pubblica ma vogliamo che la Gori faccia per questa città i lavori indispensabili che è tenuta a fare, senza essere un doppione.