Da mesi siamo avvolti in una nube, quella di un virus che c’è e “parla” forte; da mesi il bollettino dei contagi e dei decessi accompagna le nostre giornate; da mesi si assiste allo scontro tra chi, tra gli esperti, ritiene che l’essere rigorosi nell’adottare le regole sanitarie necessarie sia l’unica strada percorribile per riuscire a contrastare l’avanzata di un mostro che non arretra ma muta, e chi sostiene che il fare leva sulla paura della gente comune non rappresenti il modo più adeguato per fronteggiare la situazione che è sotto gli occhi di tutti.
La comunicazione efficace è l’obiettivo che i pubblicitari perseguono, consapevoli dell’importanza di centrare il messaggio da trasmettere, affinché il prodotto proposto incontri il gradimento dei potenziali clienti; possiamo dire la stessa cosa dei comunicatori che si sono occupati di informare sulla pandemia che stringe in una morsa il mondo?
La scelta di immortalare il momento dolente quanto surreale delle bare a Bergamo e quello della consegna delle prime dosi del vaccino, oggi giunte anche a Nocera, quale messaggio veicolano?
Le persone sono state terrorizzate all’inizio e poi rassicurate dalle immagini dell’arrivo del vaccino che salverà l’umanità; il far leva continuamente sull’aspetto emozionale induce i più ad azzerare tutti gli interrogativi che una situazione simile può far affiorare alla mente.
Gli esperti sanitari, ospiti spesso delle tv, rappresentano la fonte principale attraverso cui appropriarsi di informazioni sull’andamento del virus, e poco importa se i differenti interlocutori si contrastano esprimendo conoscenze e conclusioni in totale disaccordo e in barba a qualsivoglia informazione corretta e completa.
E guai a sollevare perplessità in merito alle affermazioni fatte, perché l’appellativo sprezzante pronto ad essere utilizzato nei confronti di chi ha qualche dubbio da fugare, è quello di negazionista o complottista.
Può esserci manipolazione in questo modo di porre le notizie?
Le ripetitive discussioni che tanta attenzione suscitano, distolgono da quanto meriterebbe di essere portato a conoscenza del cittadino, strangolato da una quantità di notizie che parrebbe potenziare lo stato di incertezza e di allarmismo più che dare risposte.
Ne è un esempio quello che sta accadendo in questa seconda fase pandemica non ancora superata, secondo gli addetti ai lavori, nella quale si teorizza precocemente dell’arrivo di una terza ondata del virus e, in toni ancora più sconfortanti, di una nuova e ancor più grave epidemia.
Qual è la notizia in queste brevi considerazioni?
Informiamoci, troviamo fonti di conoscenza alternative, ascoltiamole, leggiamole e iniziamo a porci delle domande, perché è opportuno acquisire strumenti conoscitivi per evitare un asservimento definitivo.