Era il titolo dell’editoriale di Eugenio Scalfari per il primo numero di Repubblica. A distanza di quasi mezzo secolo, pur non essendo Scalfari, chi scrive deve prendere atto che il palazzo è ormai in vendita, oltre che vuoto. Prendiamo come riferimento il nostro caro Agro. Nocera Inferiore: un civismo di basso impero, fatto ormai di vendette personali, caratterizzato da sconquassi di ogni genere, tipo quello che è successo ieri sera al San Francesco: Nocerina obbligata a sgombrare dalla sua casa per definizione, potendo prendere solo le maglie da gioco per la partita odierna di campionato. E ancora: confusione e contrasti negli Uffici, sparate in sede di comunicazione istituzionale del primo cittadino contro questo, codesto e quello. Nocera Superiore: amministrazione che da mesi non rispetta la quote di genere nella squadra di assessori (e non rispetta in verità tante altre cose). Sarno: nuovo rimescolamento di carte in Giunta per cercare un equilibrio sempre più precario. Pagani: delibera natalizia francamente da non commentare e partecipazione del primo cittadino all’inguardabile tombolata scostumata. Scafati: pastrocchio con la sfiducia al presidente del consiglio Santocchio. Sant’Egidio: onta dello scioglimento arrivata per la volontà dell’ex sindaco, realizzata, di diventare consigliere regionale. Castel San Giorgio: tanti veleni nascosti che ogni tanto tornano alla luce. Roccapiemonte: la questione acqua che rischia di provocare l’insurrezione di pro e contro. Angri: il ristagnamento totale a principio di secondo mandato del sindaco rieletto. Forse si salvano soltanto le realtà piccole e leggermente virtuose come Corbara, San Valentino e San Marzano. Siamo messi malissimo e non bastano più tv e social a coprire le malefatte o le non-fatte. Spazi di comunicazione istituzionale comprati coi soldi del cittadino, sponsorizzazioni Facebook, account falsi di parte, selfie sparsi, combriccole adulanti per ritorni piccoli senza dignità. Il vuoto del Palazzo può essere ancora riempito, prima che sia troppo tardi, Con progetti, idee, nuove forze, ridestati entusiasmi, diverse rappresentanze politiche. Altrimenti l’Agro affonderà, sommerso dai problemi ma anche dalla crescente rabbia.
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