La festa della riapertura al Museo e Real Bosco di Capodimonte avviene con l’inaugurazione di una mostra. O meglio di una tappa di un format che si intitola L’Opera si racconta e che prevede, nella sala 6 del primo piano del Museo, l’esposizione di un’opera di cui viene approfondito il racconto e gli spunti di riflessione.
Questa volta il titolo della mostra, che dura fino all’11 aprile, è L’Ottocento e la pittura di storia: Francesco Jacovacci a cura di Maria Tamajo Contarini e porta all’attenzione del pubblico il dipinto di Francesco Jacovacci Michelangelo sul letto di morte di Vittoria Colonna (1880), restaurato grazie al sostegno dell’associazione Amici di Capodimonte Ets.
Il quadro di grandi dimensioni, un metro e mezzo di altezza per quasi tre di lunghezza racconta un momento preciso della vita di Michelangelo. Quello descritto da Ascanio Condivi : il momento del bacio sulla mano che Michelangelo diede a Vittoria Colonna sul suo letto di morte.
Come ci spiega bene nel video la curatrice della mostra Maria Tamajo Contarini, questo quadro racconta una storia del 1547 riprodotta secoli dopo da Francesco Jacovacci e presentata all’Esposizione Nazionale di Torino del 1880, dove vinse uno dei quattro premi assegnati alla pittura di storia. In un contesto post unitario esprimere la storia di questi due personaggi, Michelangelo e Vittoria Colonna, vuol dire ricordare il loro valore come figure identitarie fondamentali nel percorso di direzione dell’unità culturale italiana. Più volte Michelangelo e il suo contesto sono esempio di come l’identità nazionale trovi nell’unità culturale il proprio spunto.
I Savoia comprano l’opera e la portano a Capodimonte, forse perché Vittoria Colonna era legata all’isola di Ischia o forse perché Jacovacci era amico di Morelli e vicino alla scuola napoletano-romana. Fatto sta che l’opera ripopone figure di valore cultuale-ideologico preciso anche dal punto di vista della scelta artistica. L’immagine romantica di questo passaggio vita/morte, di questo amore vagheggiato tra i due, viene espresso in questo contrasto forte di bianco che sovrasta il nero. Un modo di vivere la pittura anti impressionista, in una visione di pittura di storia in termini differenti rispetto a quello dei Macchiaioli.
Il quadro di Jacovacci nella mostra è accompagnato da altri elementi e quadri. Prestato da un privato è esposta una versione in miniatura, con piccole differenze nelle decorazioni, dello stesso Michelangelo sul letto di morte di Vittoria Colonna, dedicato a Vertunni. E poi sono presenti l’Autoritratto di Michelangelo, incisione del 1763 di Paolo Fidanza (Camerino 1731- 1785), presente nella collezione Firmian del Gabinetto Disegni e Stampe al Museo e Real Bosco di Capodimonte. E il Ritratto di Vittoria Colonna, anche questo custodito nel Gabinetto Disegni e Stampe del Museo e Real Bosco di Capodimonte. Firmato in basso a destra “Gnaccarini inc.”potrebbe essere inciso o da Filippo Gnaccarini (Roma 1804-1875), figlio di una famiglia di artisti romani, accolto giovanissimo presso la bottega di Thorvaldsen oppure da Giacomo Gnaccarini, documentato a Napoli nel 1838.
Il secondo video che proponiamo racconta nei dettagli il restauro realizzato del quadro dalla restauratrice Karin Tortora: