Il 6 dicembre del 1999 usciva il numero zero de “Il Bringante“: la ricorrenza viene celebrata e raccontata nel numero V di QM appena andato in stampa e disponibile in libreria da lunedì 25 gennaio.
Un numero veramente particolare questo di “Q.M. – Questione Meridionale” V, a cavallo tra i primi 20 anni di attività della testata madre “Il Brigante” e la stringente attualità dei territori meridionali.
La pubblicazione si apre con l’ampia ricostruzione a firma di Gino Giammarino del quadro politico, sociale e meridionalista in cui, 6 dicembre 1999, esce il numero zero del giornale. Il percorso tra “Vent’anni prima” e “Vent’anni dopo” è intervallato dal primo editoriale del direttore (Che cosa sia il Brigante) e da due interviste tratte da quello stesso numero zero. La prima intervista è con Geppy Rippa, direttore della rivista Quaderni Radicali, che mette sotto accusa i difetti della partitocrazia (La figlia degenere del Patto di Yalta) di allora; la seconda, invece, è ad Eduardo Mira, il direttore dell’Istituto Cervantes di Napoli, catalano e appena da un anno a Napoli all’epoca, e mette in risalto il tema delle identità in un’Europa di la da venire.
Tre testimonianze che hanno passato i venti anni eppure si dimostrano ancora oggi di straordinaria attualità.
Si torna ad oggi con le valutazioni di Mauro Vaiani sui risultati ottenuti dalle autonomie nelle elezioni regionali 2020 e sul distacco del consenso verso le espressioni calate dall’alto dello Stato centralista, unitamente alla testimonianza di Giovanni De Lauso, candidato CMI (Confederazione Movimenti Identitari) nella tana del leone campano Vincenzo De Luca. Un esempio di amministratore locale innamorato della propria terra viene dall’intervista realizzata da Pietro Nardiello ad Antonio Verdone, Sindaco di Mignano Montelungo: una fiaba che parla al cuore e all’anima dalle mura di un antico castello. Pur nell’abuso che ne sta facendo l’informazione, non era possibile ignorare l’epidemia che sta cambiando le nostre vite: questo l’obiettivo dell’intervista realizzata da Bruno Marfè all’epidemiologo Pier Luigi Lo Palco, mentre Anna Lepre delinea gli scenari futuri per il proprio settore, proiettandosi oltre l’emergenza sanitaria ed economica. Il numero si chiude con un altro prezioso SPECIALE: “Melfi città tradita”, un prezioso lavoro di ricostruzione dalla penna dello storico e giornalista lucano Franco Cacciatore che racconta minuziosamente gli scippi subiti nel tempo dalla “Città delle Costituzioni”.