Sono esposte anche alcune delle scoperte di questi ultimi tempi di cui si è tanto parlato nel nuovo allestimento dell’Antiquarium di Pompei. Tipo il “tesoro della fattucchiera” che si può vedere al completo. Inaugurato dal direttore del Parco ad interim Massimo Osanna, oggi direttore generale dei musei, che lo ha curato insieme al professore dell’Università L’Orientale di Napoli l’ archeologo Fabrizio Pesando e al funzionario archeologo Luana Toniolo.
Un viaggio nella dimensione antica di Pompei, attraverso reperti organizzati in una successione diacronica, ma anche un viaggio nella storia dell’archeologia, con un’idea di museo che prosegue in linea diretta da Maiuri a Osanna. L’antiquarium vede la riutilizzazione di questo edificio, riaperto dopo 26 anni a partire dal 2016 (dopo una chiusura conseguente al terremoto 1980) come luogo per esposizioni temporanee, in museo, riprendendo le file di una storia antica. L’Antiquarium infatti nasce dal progetto di Fiorelli nel 1873, ingrandito da Maiuri nel 1926, viene bombardato con la seconda guerra mondiale dagli alleati nel 1943. Con gravi conseguenze per i reperti. Nel 1948 viene riaperto da Maiuri per festeggiare il bicentenario della scoperta di Pompei.
L’ANTIQUARIUM MUSEO DI OGGI
Solo oggi, nella gestione Osanna, ha ripreso l’antica vita di Museo, in continuità rispetto alla storica concezione di Maiuri di cui si cerca di riproporre l’atmosfera, la luminosità, la dimensione spaziale delle gallerie originali. Il viaggio nel passato viene condotto ripercorrendo in 11 sale tutta la storia di Pompei attraverso reperti che provengono dal precedente allestimento di Maiuri, come la statua di Livia, il calco della ruota: elementi che ribadiscono proprio questa continuità. Ma anche attraverso la collocazione di opere come gli affreschi della Casa del Bracciale d’oro, della casa del criptoportico, gli argenti di Moregine o il triclinio della Casa del Menandro. Fino ad arrivare agli ultimi reperti ritrovati: dai frammenti di stucco in I stile delle fauces della Casa di Orione al tesoro di amuleti della Casa con Giardino, agli ultimi calchi delle vittime creati a Civita Giuliana.
I REPERTI
Un viaggio nella storia di Pompei, dal VII secolo a. C al 79 d. C, che di sala in sala ospita oggetti di grande storia e bellezza. Undici ambienti che raccontano l’unicità di Pompei nelle varie epoche, mettendo insieme straordinari reperti come la metopa in tufo del tempio dorico(della fine IV ac – inizio III aC) che rappresenta il supplizio di Issione o la dea Venere su una quadriga trainata da elefanti, proveniente dall’Officina dei Feltrai (IX 7, 5), e la Venere Pompeiana con erote dalla Taberna delle Quattro divinità (IX 7, 1). Di non minore interesse anche l’Efebo portalucerna del I secolo d.C.in bronzo proveniente dalla casa di Marco Fabio Rufo o il rilievo che ritrae gli effetti del terremoto del 62 d.C. nel foro proveniente dalla casa di Cecilio Giocondo o il prezioso quadretto in opsus vermiculatum proveniente dagli ultimi scavi (presentato qui da una delle curatrici della mostra Luana Toniolo).
L’ultima sala si sofferma sui calchi, sul volto della storia terribile dell’eruzione, uno spazio di grande impatto che mette insieme i calchi storici come quello del 1873 di un uomo con cintura proveniente dall’officina di M. Vesonio Primus, agli ultimi realizzati nel 2020 e che hanno interessato i due corpi trovati negli ultimi scavi a Civita Giuliana. Un intero settore, quello che conclude il percorso, di cui si comprende il fascino e l’inquietudine dell’evento incredibile che ha interessato Pompei.
AMEDEOBOT
La cifra particolare di questo museo inaugurato nel 2021 è che, con il supporto di Electa, si sono inventati un simpatico personaggio che accompagna il percorso. Si chiama AmedeoBot è uno strumento digitale integrato a portata di cellulare. Il chatbot, ovvero un assistente digitale cheo offre, se la linea internet funziona, informazioni di servizio semplici e chiare, e propone una narrazione audio che dal percorso espositivo dell’Antiquarium accompagna il visitatore alla scoperta di alcuni punti di interesse del Parco Archeologico di Pompei.
Realizzato da Electa per il Parco Archeologico di Pompei su progetto e sviluppo di Machineria, invita anche a esplorare il ‘museo diffuso’: si può proseguire infatti verso il Tempio di Apollo, la Casa di Championnet e i Granai del Foro, arrivando fino al Museo Archeologico “Libero D’Orsi” Stabiae, nella Reggia di Quisisana, recentemente allestito e aperto al pubblico (settembre 2020), che accoglie ed espone prestigiosi reperti delle ville d’otium stabiane.