E’ morto con i suoi segreti Raffaele Cutolo, il boss fondatore della Nuova Camorra Organizzata e protagonista di una delle trame più controverse della storia d’Italia, il caso Cirillo. Era ricoverato in ospedale a Parma in regime di carcere duro, aveva 79 anni ed era il detenuto più anziano al 41 bis. Le sue condizioni si erano aggravate da un paio di giorni. Sarebbe morto a causa di una setticemia del cavo orale conseguenza di una polmonite bilaterale che si è ripresentata dopo essere stata inizialmente curata 15-20 giorni fa. Il boss della Nco era da sei mesi in ospedale a Parma. Due giorni fa il suo difensore, il penalista avellinese Gaetano Aufiero, aveva ripresentato istanza di scarcerazione con remissione ai domiciliari per gravi motivi di salute. Il decesso di Cutolo è stato comunicato al telefono alla moglie, Immacolata Iacone, e al suo avvocato, da un assistente della polizia penitenziaria.
Un anno fa aveva ingaggiato la sua ennesima battaglia contro la giustizia italiana, chiedendo il rinvio dell’esecuzione della pena, con detenzione domiciliare, per consentire all’ex padrino di curarsi. Ma il tribunale di Sorveglianza di Bologna non si era limitato a ritenere le sue condizioni di salute compatibili con il carcere. I giudici avevano aggiunto che, pur anziano, malato e in cella, Cutolo fosse ancora un simbolo. “Si può ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma – avevano scritto – Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolò per tutti quei gruppi criminali” che continuano a richiamarsi al suo nome.