Dalle prime ore di questa mattina, la Squadra Mobile di Salerno con il Corpo della Polizia Penitenziaria – Nucleo Investigativo Centrale, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Salerno, sta conducendo una vasta operazione nei confronti di organizzazioni criminali dedite al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti di 47 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, minaccia ed estorsione, operante anche all’interno della casa circondariale di Salerno con la creazione di una vera e propria “piazza di spaccio” e un mercato illegale di cellulari .“
Figura anche un agente della polizia penitenziaria tra i destinatari delle 47 misure cautelari notificate stamattina dalla Polizia di Stato di Salerno insieme con il Corpo della Polizia Penitenziaria (Nucleo Investigativo Centrale), su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Salerno. Per l’agente della penitenziaria il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. Complessivamente sono stati notificati 46 dei 47 provvedimenti emessi, 25 in carcere, 17 agli arresti domiciliari e 4 obblighi di dimora. I reati contestati dalla Procura di Salerno, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e al traffico di stupefacenti, violenza privata, estorsione e detenzione illecita di armi.
Il modus operandi del traffico di stupefacenti era articolato con vere e proprie “piazze di spaccio” all’interno della struttura carceraria di Salerno, con soggetti addetti alla detenzione della droga all’interno di intercapedini e armadietti nelle celle, altri addetti all’introduzione all’interno del carcere tramite parenti o affini che venivano per le visite periodiche e nascondevano i cellulari e lo stupefacente nelle parti intime ed infine una struttura articolata esterna di pagamenti tramite postepay che venivano ricaricate dall’esterno e servivano per pagare l’acquisto di stupefacente all’interno del carcere.
L’acquisto dei cellulari all’interno del carcere aveva raggiunto le dimensioni di un vero e proprio “mercato”: bastava ordinare la marca e il modello per riceverlo consegnato dai visitatori e pagarlo attraverso bonifici alle postepay dedicate. L’utilizzo di cellulari avveniva attraverso sim intestate a soggetti irreperibili e quasi sempre extracomunitari, ed erano utilizzati sia per conversazioni personali con parenti e familiari all’esterno del carcere che con i fiancheggiatori utilizzati per le ricariche postepay e per impartire direttive ed ordini agli affiliati al clan. Durante tutta la fase delle indagini, con la collaborazione delle dirigenza del carcere e della polizia penitenziaria, sono stati effettuati numerosi sequestri di cocaina, hashish e telefoni cellulari, più di 30 telefoni cellulari e circa 20 sim card e oltre 1 chilo di sostanza stupefacente suddivisa in diverse dozzine di dosi, tra cocaina ed hashish, riuscendo così ad arginare e bloccare l’introduzione all’interno del carcere sia della droga sia dei cellulari.