In omaggio a Raffaele Viviani. L’artista, attore e commediografo di origine stabiese, morì il 22 marzo 1950 e l’artista Nello Petrucci, per ricordarlo, proprio in quest giorni gli dedica un murales. È stato realizzato esattamente in via Viviani numero 14 di Castellammare di Stabia, civico della casa dove Raffaele era nato. L’opera di Street -art racconta un Raffaele Viviani, seduto su uno sgabello, che si guarda allo specchio di un camerino. Ma la sua immagine appare diversa da quella reale. Sul ginocchio c’è una maschera e tante altre giacciono ai suoi piedi, forse già indossate o forse ancora no.
Nella realizzazione del murales, lo street-artist di Pompei si è lasciato ispirare da una celebre frase di Viviani: «La lotta mi ha reso lottatore».
«Ogni giorno – spiega Petrucci – affrontiamo delle “lotte” nel nostro quotidiano, ma anche per portare avanti i nostri sogni, le nostre passioni e i nostri ideali. E questo è probabilmente ancora più vero oggi, alla luce del particolare momento pandemico che stiamo attraversando. Ma alla fine nel grande teatro della vita, ogni sera ci ritroviamo a fare i conti con noi stessi davanti a uno specchio, come quando un attore rientra nel camerino e ritorna se stesso».
«È in quel momento che ci rendiamo– aggiunge – conto delle maschere che siamo costretti a indossare per tener fede al nostro “personaggio”. Quante ne sono? E quante ci vanno strette?» si chiede Petrucci, che ha scelto un luogo altamente simbolico per la sua performance artistica, ovvero la casa natia di Viviani, nel centro antico di Castellammare di Stabia.
La performance ha incontrato anche il gradimento delle istituzioni di Castellammare, che provvederanno a proteggere l’opera murale e hanno manifestato l’intenzione di proseguire nel solco tracciato da Petrucci per valorizzare quel centro antico che diede i natali a Viviani.
«Spero – dice ancora Petrucci – che l’arte possa diventare un veicolo per riportare alla luce i luoghi più abbandonati delle nostre città e magari generare un nuovo turismo. La street-art, in particolare, può essere lo strumento adatto per avvicinare l’arte alle persone e viceversa, ma può anche essere far riflettere sulla necessità di cambiare e “rivoluzionare” schemi di pensiero e di azione ormai non più sostenibili».
Nello Petrucci (1981) vive e lavora tra Pompei e New York. Artista e film maker, ha realizzato vari progetti indipendenti, da cortometraggi a video arte, ricevendo numerosi premi. Primo artista italiano a esporre al Word Trade Center di New York con l’opera permanente The essence of Lightness insieme a street artist mondiali come Rob English, WhlsBe, Rubin 415, Lauren YS, Layercake, Chris Rwk, nel progetto del magnate Larry Silverstein, “The masterpiece in the sky”. Artista sensibile alle tematiche sociali, ha messo a punto significativi lavori sull’omofobia e il razzismo. La sua opera Sweet home è considerata tra le noveopere più importanti al mondo nel periodo della pandemia. Attivista ambientalista, famosa la sua installazione Plastic River, una balena colma di rifiuti esposta nelle piazze italiane per denunciare l’utilizzo smodato della plastica che minaccia il mondo. Lo scorso autunno ha installato in modo permanente la scultura open air Margine, a Torre Fossa Lo Papa, Punta Campanella. Ad ottobre 2020 ha reinterpretato il confine tra Pompei e Scafati come il Checkpoint Charlie diBerlino.