Questo il test della missiva fatto recapitare anche al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca: “La difficile situazione pandemica che attanaglia il nostro Paese ed in particolare la nostra regione Campania, già strutturalmente deficitaria dal punto di visita lavorativo, sta generando, con le differenti zonizzazioni e limitazioni per fasce orarie o per tipologie commerciali, una forte, progressiva tensione sociale.
Ciò anche in ragione delle misure talvolta apparentemente contraddittorie relative alle chiusure o limitazioni di alcuni esercizi ed attività a fronte di altri. Pertanto riteniamo doveroso sottoporre alla attenzione del Governo la riconsiderazione di misure di apertura per tipologie commerciali ed attività merceologiche o artigiane attualmente limitate o vietate e per città o zone territoriali omogenee che, sebbene ricadenti in regioni a zona c. d. rossa, abbiano andamenti epidemiologici compatibili con una maggiore flessibilità.
Non di meno, considerata la difficile tempistica di una certa e massiva vaccinazione della popolazione generale unico efficace strumento di argine alla diffusione della epidemia, si confida che una riconsiderazione delle “aperture” in senso positivo per quanto flessibile ed equilibrato, debba andare di pari passo con una rigorosa applicazione di condotte di contenimento della epidemia da parte di uffici, esercizi, operatori e singoli cittadini, da sottoporre ad effettivi controlli, che, di fatto sono ad oggi ridotti o in affanno; ciò proprio per garantire la compatibilità tra svolgimento del lavoro e sicurezza sanitaria con limitazione del contagio. Da ultimo, si sollecita la rapida e congrua distribuzione dei ristori che possano giungere in modo proporzionato al protrarsi di una crisi che produce un effetto moltiplicatore del disagio socio economico di gran lunga superiore alla durata delle effettive limitazioni ad oggi applicate. I sindaci da soli non possono, sui territori, e con cittadini sempre più esasperati, rappresentare l’unico interlocutore delle comunità, se messi di fronte ad una situazione che, col tempo che passa, si sta rivelando sempre più drammatica, privi per di più e nel contempo degli strumenti sanitari economici e di sicurezza per farvi fronte”.
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