La lunghissima volata che riporterà nel 2022 i nocerini a scegliersi un sindaco al momento sembrerebbe senza pretendenti veri ma in realtà i candidati aspiranti sono tantissimi. Fa le cose in silenzio Tonia Lanzetta. Non ha bisogno di rumore, in questi anni è stata la sola a crearsi il ruolo di vera alternativa allo “stato delle cose dette e raramente fatte”.
Ha certamente un gruppo solido alle spalle. Il centro-destra, forse per curare tante ferite interne, è alla spasmodica ricerca di un medico. Il casting dell’Umberto I porta a due tracce: un primario quasi in pensione e già alle prese in passato con la politica e un medico più giovane senza precedenti politici ufficiali. Il sindaco uscente è della partita: vuol determinare la successione ma difficilmente ci riuscirà, la gente di Nofi è sveglia. Fa finta di guardare a De Maio e lusinga De Nicola, dice no ai partiti e sì a un civismo reduce da dieci anni sbiaditi. Poi ci sono i movimentisti indigeni, sempre al centro ma disposti a tutto o quasi per aver parola in capitolo. La sinistra estrema, diciamo così, non sa a che santo votarsi e nemmeno, eventualmente, a che laico votarsi. I grillini sono da anni in guerra non dichiarata ma acclamata tra loro, decisamente scarno il bilancio finale della loro prima apparizione in consiglio comunale. I socialisti vogliono spazio e posto sui tavoli che contano. Gli ex coraggiosi idem. Il Pd è alle prese con una precisa scelta da fare sul candidato. I tanti civici uscenti guardano ovunque ma il problema vero è che nessuno sembra voler guardare di nuovo a loro. Poche certezze e una frammentazione totale, figlia anche di 10 anni caratterizzati da un monocolore in bianco e nero, cioè dall’incapacità di un disegno vero per la città e di creare le basi della possibile continuità. Una frammentazione che renderà apertissimi i giochi e magari porterà a distacchi minimi tra gli aspiranti candidati: urne incerte, vista l’esperienza recente forse è meglio così.