“Una vera bufala passata inosservata sotto gli occhi di tutti”
Il responsabile del settore wedding e cerimonia in Campania chiede la stessa catalogazione:
i ristoranti sono tutti uguali, adesso chi pagherà questo gravissimo errore?
«È stato commesso un gravissimo errore a discapito del comparto wedding, ovvero essere stato classificato come evento piuttosto che come ricevimento. Sia nel dpcm di ottobre 2020 che in quello di gennaio 2021 il ricevimento nuziale viene erroneamente inserito nella categoria “eventi e catering”, appartenente al codice Ateco 56.21.00, inserendo il ricevimento – il comune pranzo – nella categoria insieme a situazioni come concerti, festival, fiere e discoteche, un gravissimo errore di mancata conoscenza sia dei codici Ateco che delle attività che ne fanno parte».
A dichiararlo è Luigi Auletta, responsabile wedding e cerimonia di Confesercenti Campania e presidente della Maison Impero Couture, che prosegue: «Il codice Ateco di tutta la ristorazione, sia alla carta, detta “spicciolata”, che quella dei ricevimenti è il 56.10.11 “somministrazione di alimenti e bevande”. Bastava confrontarsi con le associazioni di categoria per non commettere un disastro economico senza precedenti. Ribadisco, non si può paragonare un semplice ricevimento nunziale, a situazioni come concerti, festival, fiere e discoteche. Sarebbe bastato semplicemente dividere il ricevimento, il pranzo dalle attività tipo ballo e musica di gruppo. Adesso chi pagherà questi danni irreparabili?»
«Evidentemente al Governo non è ancora chiaro come funziona la filiera del wedding, vista la gravità della grande confusione creata. Tale errore ha comportato l’azzeramento dei fatturati per tutte le realtà aziendali ed artigianali che lavorano in questo settore, dato che il ristorante per ricevimenti è la locomotiva principale di tutte le celebrazioni e ricevimenti e senza la disponibilità di poter disporre il comune pranzo, si e dato il via ad un vero disastro lavorativo, economico e sociale. Mancate nozze significa non creare famiglie e negare nuove nascite, restando fermi senza prospettive e condannare tante attività con perdite di personale specializzato, annullamenti di ricevimenti e licenziamento di migliaia di lavoratori. Siamo fermi da circa 400 giorni, e senza la ristorazione che dispone la data per gli sposi ogni singolo ricevimento è annullato, e di riflesso le 31 attività collegate sono al fallimento: questo significa filiera è chiaro questo messaggio?» prosegue Auletta.
«Il ricevimento nuziale all’interno di un ristorante è addirittura più sicuro di quello che avviene nei ristoranti alla carta. In quest’ultimo caso ci si sta seduti nello stesso ambiente con persone sconosciute tra loro, anche con non conviventi allo stesso tavolo, mentre nei ricevimenti si sta in famiglia e poi per tutta la durata del pasto il numero di persone resta invariato» puntualizza Auletta.
«La richiesta quindi è di avere quello che ingiustamente ci avete negato, lo stesso trattamento e la stessa catalogazione dei ristoranti alla carta, il settore e unico lo avete capito? Chiediamo al Governo di essere inseriti urgentemente nella stessa categoria, e di autorizzare o vietare le attività di intrattenimento musicale e balli in voce separata, riprendere con i ricevimenti appena saremo in zona arancione e di applicare il superamento del coprifuoco per giusta motivazione. Una vera bufala passata inosservata sotto gli occhi di tutti».
«Ecco la condanna che ci avete dato ingiustamente sia nel dpcm di ottobre 2020 che in quello di gennaio 2021 “restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e luoghi assimilati, all’aperto o al chiuso. Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili o religiose. Con riguardo alle abitazioni private…”. Bastava semplicemente distinguere le attività: il ricevimento, quale comune pranzo nuziale, dalle attività di spettacoli ed eventi. Nel nuovo decreto legge quindi viene chiesta la “rimozione immediata” di questo passaggio: “Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili o religiose. Con riguardo alle abitazioni private…”».
«Alle porte del nuovo “DL ripartenza” il Governo deve urgentemente comunicare la data di riapertura ai ricevimenti, stabilire regole concrete sulle modalità di gestione dei momenti conviviali del ricevimento, vietare gli assembramenti e balli di gruppo, ma concedendo momenti di ballo fra congiunti, tutti i ristoranti sia alla carta che per ricevimenti devono rispettare le regole disposte dal Governo centrale, chi non le rispetta va applicata la chiusura di 15 giorni e denuncia del trasgressore. Oggi tutti noi siamo informati e consapevoli delle regole da rispettare in prevenzione al Covid ed è nostra responsabilità applicarle. Adesso bisogna ripartire subito: il tempo è scaduto» conclude Auletta.