Molto non ci convince dell’ultimissimo decreto del Governo in materia di Covid: cioè date, orari, aperture, chiusure, limitazioni, scuole, addirittura il pass per spostarsi o fare determinate cose. Salvini si asterrà, probabilmente più per calcoli da sondaggi che per reale e genuino pensiero. Ma non non ci asteniamo. La corsa al vaccino, legittima, sembra stia sconfinando in psicosi a riguardo dei non vaccinati (quello che lo faranno a tempo debito ma anche quelli che hanno deciso di non farlo affatto), in pressioni dirette o indirette a farlo (prendiamo per tutto il caso scuola, in riferimento in particolare a personale non di ruolo). E vogliamo parlare dell’assurdo balletto sul coprifuoco ? Termine quest’ultimo che non è adatto a tempi di pace, per il semplice fatto che i nostri tempi, pur pandemici, non sono di guerra, a dispetto dell’uniforme da generale degli alpini quotidianamente ostentata dal commissario straordinario all’emergenza. La libertà vigilata sta scendendo ulteriormente di gradino. Attenzione però a non esagerare. Le manifestazioni degli ultimi giorni non si possono semplicemente etichettare come il solito casino dei no-vax o dei negazionisti da operetta: sono, anzi, lo specchio reale della rabbia che cresce, rappresentano il termometro che misura la febbre (no-covid) di chi non ne può più in tutti i sensi. Far finta di niente ? Troppo comodo. Noi siamo per lo “scomodo”, a costo di farci “nemici”. Il Governo prenda prossimamente decisioni almeno in parte diverse da quelle contenute nell’ultimo decreto. Domenica sarà il giorno storicamente dedicato alla Liberazione. Siamo liberi ancora ma certe restrizioni sembrano contraddire qualsiasi principio costituzione e qualsiasi enunciazione di libertà.
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