A marzo 2020 abbiamo fatto ricorso alla metafora quantistica per definire la scuola. Una scuola contemporaneamente aperta e chiusa , che si reinventa per continuare ad essere.
Procediamo in via metaforica per cercare di inquadrarne alcuni aspetti, partendo da questa premessa.
Ci sono molteplici fenomenologie che rimarranno fuori da una disamina empirica, partirei dalla “condizione docente”, che alla luce di quello che si configurerà con il PNRR, assume rilevanza anche maggiore.
Non mi soffermerò sulle cause, ma proverò a ragionare sugli effetti.
Lo “sfruttamento” in senso marxiano, del lavoro intellettuale profuso dai docenti che ha prodotto il suo svilimento, può essere inquadrato ricorrendo al concetto di “selezione avversa” di Akerlof.
Un mercato diventa a rischio fallimento quando non è possibile sapere “prima” se il bene che acquisto è di buona qualità o è scadente. Per cui il prezzo medio a cui sarà messo in vendita quel bene, sarà bassissimo.
Se, per fortuna, quel bene è di qualità superiore il “bene-docente” risulterà non adeguatamente compensato, ma , di converso, un numero elevato di docenti percepirà un reddito di cittadinanza .
La qualità media necessariamente deve abbassarsi perché un intellettuale”prestato” alla scuola diverrà necessariamente una mosca bianca, tanto più”inadatto” quanto più adeguato.
Qui entrano in gioco causalità che esulano dalle mie “esalazioni” mattutine, per cui non entro nella querelle.
In tempi di pandemia, il “discorso” sulla scuola ha improvvisamente soppiantato nel dibattito pubblico quello sul calcio e quando l’informazione su un bene o un servizio è carente o distorta, spesso entrambe le cose insieme, il fenomeno della selezione avversa si acuisce, non solo nell’agito, ma anche e soprattutto nella sua rappresentazione.
La svalutazione che sta assumendo i toni della denigrazione della classe docente contribuirà in maniera decisiva ad allontanare coloro che stanno continuando, contro tutto, a compiere il loro dovere con “disciplina e onore”.
I docenti , a breve dovranno “valutare” il proprio lavoro e siamo stati bravissimi a collocarli, in termini psicologici, in un doppio vincolo .
“Valuta oggettivamente l’invalutabile” , “Accompagna pedagogicamente gli studenti, senza dimenticare di farli uscire preparati ad affrontare la complessità” ,” Fai in modo che le loro competenze siano il risultato di conoscenze adeguate agli studi universitari”, ” Fai lezione contemporaneamente in presenza e a distanza senza lasciare indietro nessuno” ,” Utilizza metodologie didattiche innovative, ma fai in modo che i genitori da casa non ne siano “sconvolti”, ” Entra nelle case degli studenti e fai in modo che gli inquilini siano temporaneamente “fuori” dalla relazione didattica”.
Si può continuare all’infinito, ma la sintesi è questa : ogni docente ,degno di questo nome, sente risuonare nella propria testa l’imperativo categorico “Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo come principio di una legislazione universale”.
La Scuola di Schrodinger deve per forza di cose diventare l’Asino di Buridano: un asino posto tra due cumuli di fieno perfettamente uguali e alla stessa distanza non sa quale scegliere, morendo di fame e sete nell’incertezza.
Secondo Buridano, l’intelletto è sempre in grado di indicare all’uomo quale sia la scelta giusta tra le varie diverse alternative tanto che se, per assurdo, la scelta fosse costituita da due elementi identici la volontà si paralizzerebbe a meno che non si scegliesse di non scegliere.
Con una veloce capriola, per evitare che gli studenti diventino “asini”, la scuola diventa un asino ( da soma).