Maradona si recava ad Agerola, in gran segreto, per curarsi le caviglie. Il dottore Emilio Acampora, storico medico sociale del Napoli, scomparso ieri all’età di 91 anni, portava il Pibe de oro, nella seconda metà degli anni Ottanta, nel suo paese natale, a casa di sua zia Angelina, in campagna, per curarlo con l’antico metodo della “stoppata”. A rivelarlo al Vescovado è il sindaco di Agerola Luca Mascolo. «Uno degli aneddoti più curiosi che il dottor Emilio Acampora mi ha raccontato nel corso dei nostri frequenti incontri è quello legato alle visite segrete che il dottore faceva insieme a Maradona a casa di sua zia, Angelina Acampora per curare la preziosa caviglia, bersaglio settimanale delle ‘attenzioni’ dei difensori che non avevano altro modo per provare a fermarlo che usare le maniere forti, con la stoppata».
Si tratta di un rimedio naturale: l’albume di tre uova sbattuto e montato a panna che con un pennello veniva esteso sulla caviglia, applicandovi della stoppa (la canapa degli idraulici) facendola ben accostare tutta intorno all’articolazione. L’operazione veniva ripetuta a strati, per quattro o cinque volte.
Nel giro di poche ore l’impacco diveniva rigido e prende l’esatta forma della caviglia, sostenendola in modo naturale. Un’ingessatura istantanea, insomma. Un antico rimedio, naturale e rapido per alleviare il dolore e velocizzare la guarigione.
«Frutto della sapiente tradizione contadina, la stoppata era l’unico rimedio, peraltro naturale, capace di rimettere in piedi il campione argentino. In quelle occasioni Emilio era solito nasconderlo in una Fiat 127 di colore blu per evitare occhi indiscreti» ha raccontato Mascolo.