Massimo Troisi torna a Napoli. Fino al 25 luglio a Castel dell’Ovo si può ‘vivere’ la mostra Troisi poeta Massimo, promossa e organizzata dall’ Istituto Luce – Cinecittà con l’Assessorato all’Istruzione, alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e 30 Miles Film, con il riconoscimento di MIC, Ministero della Cultura.
Un viaggio nella poesia, come sintetizza il titolo, quella di Massimo Troisi che ha divertito, coinvolto, ritmato la vita di tanti napoletani e non. Ma anche nella poesia di chi lo ha conosciuto che diventa ricordo. Oltre ottanta scatti, filmati, interviste ad amici, audio come quelli della segreteria telefonica di Troisi con telefonate dei più grandi artisti, oggetti di vario genere, dai premi ai mobili, i costumi, le locandine di film e di spettacoli costruiscono la storia di Massimo come un puzzle. E poi le foto scattate a Troisi in vari momenti, le opere d’arte a lui dedicate. Una mostra per emozionarsi. Come non ridenere ancora nel vedere riincontrare Massimo Troisi nei video? Come restare indifferenti difronte alla famosa bicicletta de Il postino, al libro da lui utilizzato per il film?
Insomma la mostra ripercorrere tutte le fasi della vita di troisi. Da bambino ai film, dagli esordi agli incontri. Aggiunge dettagli anche divertenti, ne mette in evidenza aspetti non noti a tutti. Ne ripropone la voce, il volto in video e foto, espone costumi come quello di Pulcinella de Il viaggio di Capitan Fracassa o quelli di Non ci resta che piangere. Ma soprattutto permette di aprire liberamente i link del proprio ricordo. Forse la proposta è ben chiarta da un’opera site specific creata in una stanza: con un tappeto sonoro pareti, soffitto e pavimento definti dall’artista Brivido Pop con ritagli di giornali, fotografie e locandine che riproducono le immagini di una vita, dall’infanzia agli spettacoli ai film. Collage come riscrittura, come suggestione in nome di Massimo.
Ognuna delle sale rappresenta in fondo l’occasione di rinnovare il rapporto con un’artista amato dai napoletani e volto, quasi simbolico, di una certa Napoli. Quella ridanciana, ironica che non si arrende e non perde mai il suo sguardo poetico e semplice sulle cose. Non a caso la prima sala ospita un video in cui Troisi parla con lo sfondo della scultura di Lello Esposito di Pulcinella. La stessa opera che si ritrova esposta dal vivo ricordando che il pulcinella, nella lettura di Troisi, rappresenta fisicamente quella stessa Napoli libera da visioni oleografiche e clichè: “Il mio Pulcinella – racconta Troisi – vive per strada, fa l’amore, rammenda calzini, dorme sul seno. Non sai mai bene dove finisce la maschera e dove inizia l’uomo. È una libertà, perché ho sempre avuto pudore nell’usare la napoletanità riconosciuta“.
Curatore dell’iniziativa, vera immersione in questo mondo, è Marco Dionisi con Nevio De Pascalis, con la supervisione di Stefano Veneruso, regista e nipote di Massimo Troisi. E’ stato pubblicato anche un catalogo Troisi poeta Massimo edito da Istituto Luce -– Cinecittà e Edizioni Sabinae.