DAL CONSIGLIERE COMUNALE GIANFRANCO TROTTA, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
La questione della stabilizzazione degli operatori del piano di zona ha dato luogo ad un dibattito spigoloso su un tema che, invece, andrebbe discusso con maggiore serenità senza arroccamenti, ma aprendosi al confronto tra tutte la parti interessate. Occorre trovare una soluzione, in quanto anche i segretari generali dei comuni dell’ambito, pur paventando il rischio di natura finanziaria, legato alle coperture future per il quadro normativo mutevole, non sembrano escludere del tutto tale possibilità. Sono troppo importanti gli interessi in gioco, il destino, la cura delle fasce deboli,dei bisognosi, di interi nuclei familiari.
Già lo scorso mese di gennaio ebbi a sollevare la questione in una mia nota, nella quale chiesi di verificare la possibilità di procedere o meno alle predette stabilizzazioni, citando anche una nota dell’ANCI, positiva sul tema.
Credo che dall’analisi della legge sia facilmente desumibile come questa sia una opportunità da cogliere (lo dissi già allora), non perché bisogna difendere posizioni ma soprattutto perché bisogna fare di tutto per garantire la continuità dei servizi, in passato messa a dura prova dalla carenza di personale.
Questa non può e non deve essere trasformata in una battaglia politica, in una contrapposizione sterile, ma deve prevalere il buon senso, ossia il fatto che se vi è possibilità di legge, i lavoratori vanno stabilizzati. Abbiamo assistito negli anni a continui stravolgimenti nel settore delle politiche sociali e a pagarne dazio sono stati gli utenti, soprattutto quando l’ufficio di piano arrancava per la mancanza di personale e non riusciva a fornire servizi.
La legge di bilancio prevede due opzioni, la stabilizzazione ed anche i concorsi, lo dice il comma 802, che prevede procedure concorsuali riservate per il 50% al personale non dirigenziale con la qualifica di assistente sociale che abbia tre anni di anzianità di servizio o li maturi al 31 dicembre 2021.
I lavoratori del piano di zona, tutti, devono poter continuare a svolgere le loro funzioni senza quell’altalenanza e quel ricambio continuo cui abbiamo assistito negli anni nei vari mutamenti dei piani di zona.
Altri comuni in predissesto come Lecce, con Ambito Sociale in convenzione, ad esempio hanno varato una modifica al piano per il fabbisogno del personale.
Anche qui l’Anci ha chiarito che le spese eterofinanziate e le corrispondenti entrate non rilevano ai fini del rispetto dei valori per la valutazione della capacità assunzionale dell’ente.
Mi rendo conto che si tratta di un fronte nuovo, di una scelta non semplice ma gli strumenti ci sono.
Sono convinto che una decisione così sarebbe condivisa all’unanimità. Coraggio!