L’ispirazione arriva dalla foto postata dalla collega Maria Zamboli. Titolo: tempo liquido.
La perdita di senso del tempo – tipica della condizione umana nella ‘modernità liquida’ – è uno degli aspetti fondamentali dello scenario nel quale Bauman vede persone e gruppi sociali muoversi in un dinamismo frenetico che travolge ogni dimensione della vita.
Nella società liquida prevalgono ‘cultura dell’adesso‘ e ‘cultura della fretta’ che insieme mettono in crisi anche le dimensioni costitutive più intime della personalità e del comportamento, come le aspirazioni e le potenzialità di costruirsi persone, cioè soggetti capaci di pensare, di aderire a principi e obiettivi di autoregolazione e soddisfazione, di instaurare relazioni interpersonali gratificanti e portatrici di un equilibrio emotivo non effimero.
Società liquida e tempo liquido, fatto di poco sostanza. Scendiamo dall’universale e filosofico al particolare, magari soffermandosi sulle nostre vite, immerse nelle stesse città. Qui il liquido assume connotati di dato ormai solido. La politica non si fa nelle sedi istituzionali o para-istituzionali: va sui social, passa per richieste di interviste o per interviste a pagamento, si nutre di angelus domenicali e di tanti bla bla bla. A proposito, c’azzecca il finale alla Jep Gambardella: Finisce sempre così … con la morte. Prima però c’è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla. E’ tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza, e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo bla bla bla… altrove c’è l’altrove…io non mi occupo dell’altrove dunque che questo romanzo abbia inizio, infondo è solo un trucco, sì, è solo un trucco.