Restituiti. Tombaroli sconfitti. Tornano a casa i reperti provenienti dalle ville d’otium di Stabie e i reperti provenienti dalla villa suburbana di Civita Giuliana a Pompei. Vengono riconsegnati al Parco Archeologico di Pompei e diventano, proprio nella giornata internazionale dei musei, un’occasione di incontro, di rilancio, di soddisfazione. Una piccola festa che vede insieme nel Museo Libero d’Orsi di Castellammare di Stabia istituzioni comunali, Procura, Carabinieri, il Parco e anche il Direttore generale dei Musei. Un’occasione, la prima, per il Museo della città di Castellammare inaugurato lo scorso settembre, di far parlare di sé, e uscire dall’anonimato di una dimensione legata a un sito troppo spesso considerato minore.
I PEZZI DI STABIAE
Sono tre i frammenti di dipinti che vanno ad arricchire la collezione del Museo. Portati via negli anni ’70 hanno attraversato il confine italiano per entrare nelle mani di collezionisti in Inghilterra, Usa e Svizzera. A scoprirlo il nucleo di Monza del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Due di questi frammenti provengono certamente dalla villa di Arianna, come spiega con suadenza l’archeologo Domenico Camardo che si è occupato di realizzare la relazione tecnica chiesta al Parco Archeologico di Pompei per capire il valore dei pezzi. Il terzo probabilmente da villa San Marco, anche se l’identificazione non è così immediata.
Chi conosce la villa Arianna e in particolare l’ambiente 9 non può che riconocere le somiglianze. Una figura femminile, danzante, si trova al centro di un quadretto a forma di rombo con cornice a dentelli e decorazione vegetale. Somiglia molto alla decorazione che si trova alle pareti di questo ambiente. In parte oggi al Museo Archeolgico Nazionale, visto che i Borbone ne avevano già asportato una bella parte. Al confronto il riferimento è chiarissimo.
L’altro affresco con al centro l’amorino nudo che suona il flauto è incorniciato da elementi vegetali su cui si poggiano uccellini. il rimandano direttamente all’ambiente 12 di villa Arianna è immediato. Probabilmente, vista la presenza del padiglione, dovrebbe collocarsi sulla terza fascia della pittura parietale.
La figura feminile su sfondo nero, invece, non si sa bene dove provenga ma si ipotizza un legame forte con la figura femminile presente sul dipinto di Hermes proveniente dalla villa San Marco, che tral’altro, è presente proprio nello stesso Museo d’Orsi.
DA CIVITA GIULIANA
Gli altri frammenti di Civita Giuliana non sono visibili. Si sa anche da dove sono stati sottratti e sono collegati alla storia singolare di Civita Giuliana villa sita nel suburbio, a nord di Pompei – fuori le mura della citta’ antica. Va ricordato, infatti che il cantiere di scavo qui è stato avviato nel 2017 restituiti provengono invece dalla villa suburbana in località Civita Giuliana, grazie all’operazione congiunta tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata per arrestare l’attività degli scavatori clandestini. A questa prima collaborazione ha fatto seguito un Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2019 finalizzato al contrasto delle attività illecite a danno del patrimonio archeologico.
I frammenti erano pertinenti ad un ambiente scavato nel 2020 dal Parco Archeologico di Pompei, dove fu rinvenuto anche il graffito di Mummia, che ha fornito indicazioni sui possibili proprietari della villa. Tutto l’ambiente presenta una raffinata decorazione in III Stile con tre pannelli a fondo nero scanditi da candelabri databile tra il 35 e il 45 d.C.
IL POMERIGGIO A PALAZZO REALE DI QUISISANA:
Nello splendido scenario del Museo d’Orsi, che vive nel palazzo Reale di Quisisana di Castellammare, sul panorama del golfo di Napoli, con grande slancio le restituzioni vengono presentate. Alla presenza orgogliosa di Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei – Ministero della Cultura, che torna per dare seguito a vari binomi iniziati quando era lui il direttore del Parco: il museo di Stabia aperto con lui, archeologia e difesa della legalità che hanno ispirato i lavori di scavo di Civita Giuliana. Sempre iniziati con lui. E’ stata, infatti la prima vera uscita ufficiale di Gabriel Zuchtriegel come Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei: fa da padrone di casa e presentatore del pomeriggio. Un’occasione di rivalsa archeologica per Gaetano Cimmino, Sindaco della Città di Castellammare di Stabia orgoglioso per l’occasione di rilancio per la reggia-museo. Il primo ritorno dopo la candidatura-stimolo Castellammare come città capitale della Cultura. Ma durante il pomeriggio c’era anche chi poi concretamente agisce in questo percorso investigativo. Roberto Riccardi Generale di Brigata, Comandante dei Carabinieri Nucleo TPC, che mirabilmente esprime l’emozione e la decisione di non bloccare il riscatto di questa terra , rilancia una determinazione”non possiamo ora cedere alle aggressioni dei tombaroli, di trafficanti d arte, criminali che ci spogliano della nostra bellezza e della nostra identità”.
Laura Pedio, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, aggiunge: “Vedere i luoghi dai quali sono state prese queste opere mi ha dato una certa emozione. Vedere come queste dimore siano state violate e in qualche modo rubate, mi sembra quasi come una ferita che veniamo a cercare di curare con questa restituzione”
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