Non è un elogio solo al Partito Radicale o alle battaglie, questa sì che sarebbe faziosità, sarebbe un po’ come tradire l’idea stessa che il dialogo con tutti, non solo a quelli che la pensano come noi, sia un esercizio di democrazia. Ci mancano persone che non usino le istituzioni per regolare conti personali bensì per unire le parti intorno ai temi del futuro, che non delegittimino chi la pensa diversamente e anzi riconoscano la dignità di esistere a qualunque forza rappresenti un pezzo di paese, che non badino alla propaganda ma al lavoro parlamentare come unico strumento democratico per cambiare l’Italia. Ci mancano uomini e donne che credano nella forza del dialogo fra chi è culturalmente lontano. Ci mancano politici che credano ed insegnino cosa significhi davvero la politica. Ci mancano grandi visionari come Marco Pannella.
Mentre in Italia i partiti di massa si facevano la guerra; mentre il campo era diviso fra i nostalgici del fascismo, quelli che guardavano come esempio di vita la Russia Sovietica e chi credeva fosse necessario agire nella società seguendo i dettami della Chiesa, insomma, mentre in Italia c’erano tre grandi blocchi che professavano 3 idee diversissime di società e di Stato, c’era un uomo che girava per le strade del paese con un sorriso amorevole e delle cravatte un po’ bizzarre, cercando di spiegare a tutti come, a contare davvero, fosse la difesa della libertà dell’individuo. L’uomo o la donna, non come entità atomistica priva di qualsiasi legame con gli altri ma, al contrario, libera di scegliere per sé, ma con precisi doveri verso gli altri e diritti da rivendicare. Insomma cittadini. Al tempo lo avreste giudicato un pazzo, oggi lo trovereste scontato, ma Marco Pannella scontato non lo sarebbe neppure oggi. A distanza di 5 anni dalla sua morte, dopo quasi 90 anni di vita, l’Italia si divide tra sinistra, desta sociale (Fdi e Lega) e Movimento 5 Stelle, non proprio i più liberali della storia. Ci manca uno che ci ricordi come ognuno di noi sia libero di decidere per se stesso. Un liberale e poi, come si definiva lui, anche radicale, socialista, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano.