Ovviamente parliamo di un qualcosa che potrebbe accadere solo a pandemia conclusa in tutti i sensi. Uscire dal Palazzo. Non a chiacchiere, o da leoni-.consiglieri da tastiera, ma sul serio. Non singolarmente, evitando quindi di accreditarsi come sindachetto di questo o quel rione e/o quartiere cittadino.
Ma tutti assieme: portando Maometto verso la montagna, essendo un solo territorio ma tenendo presenti le istanze vere delle varie porzioni di territorio. E’ l’ora di smetterla con la “pazziella” dei rioni. Montevescovado, Piedimonte, i Casali, Pino Secco, Fiano, Villanova, Rendola, Cicalesi ed altri ancora: meritano, tutti, l’attenzione generale (qualcuno onestamente più degli altri per problemi storicamente non risolti), cioè dell’intera classe politico-amministrativa della città, non del singolo consigliere che rappresenta o pensa di rappresentare i voti del posto. In questi giorni – non è la prima volta- stiamo assistendo sui social ad interventi assai discutibili, nei toni e nei modi. E pensare che spesso tali toni e tali discussioni latitano del tutto o quasi nei momenti istituzionali, anzi a volte latitano persino i consiglieri.
Allora facciamo come Falcone affacciato alla famosa finestra da icona fotografica: consigli comunali non solo in presenza ma lontano dal Palazzo, nei quartieri, tra la gente, in luoghi chiusi disponibili o all’aperto. Con i mezzi tecnici e tecnologici di oggi – ma anche dando così giustificazione all’enormità delle spese per la comunicazione istituzionale in bilancio, non appare impresa ardua. O no ?