A poche ore dalla decisione del prefetto Valentini di inviare la commissione d’accesso a Castellammare, il sindaco Cimmino si dice “sereno”. E qualche giorno fa sentendo il clima farsi sempre più difficile aveva annunciato le dimissioni se “fosse dimostrato che chi mi ha sostenuto è collegato ai clan”. Un’ombra stesa sulla sua maggioranza dalle intercettazioni del boss, Sergio Mosca, che in campagna elettorale nel 2018 ha sostenuto di appoggiare un candidato di Forza Italia.
“Ho sempre avuto fiducia nell’operato di tutti gli organismi istituzionali. E ho piena fiducia nel lavoro che svolgerà la commissione d’accesso, che il Ministero ha ritenuto opportuno inviare presso il Comune di Castellammare di Stabia. Sono sereno perché sin dal primo giorno la mia amministrazione ha operato all’insegna della legalità e della trasparenza, al servizio dell’intera collettività. Forniremo tutto il necessario supporto all’attività degli ispettori, perché al più presto possano completare il loro lavoro, che sono certo dimostrerà, una volta e per sempre, la correttezza sotto tutti i profili dell’attività che in questi tre anni abbiamo svolto per il bene dei cittadini”.
Per tre mesi, intanto, gli ispettori studieranno ogni carta. Controlleranno ogni scelta. E cercheranno di capire se dall’interno del palazzo qualcuno ha favorito i clan. Se nel sistema degli appalti pubblici sono entrate imprese legate ai D’Alessandro, come emerge dalle inchieste della Dda. Alla fine la relazione degli ispettori, firmata dal prefetto Valentini, arriverà in Consiglio dei ministri determinando il destino dell’amministrazione Cimmino e la possibilità che il consiglio comunale sia sciolto per infiltrazioni camorristiche.