Campione d’Italia due volte in due anni. Alla faccia di quella strana maledizione che vedeva l’Empoli perdente nelle finali scudetto (era successo spesso, negli ultimi anni) Antonio Buscè è il simbolo del miracolo Empoli, dentro e fuori dal campo. Valori straordinari, capacità sopraffine, insomma esame superato alla grande per il mister nato a Gragnano, originario per la precisione di Casola. E’ stato lui a plasmare il gruppo della Primavera che, contrariamente a tutti i pronostici, ha vinto lo scudetto, battendo l’Atalanta all’ultimo atto. “Parlavamo di un sogno e si è realizzato. Per come è arrivato per quello che abbiamo passato, è straordinario. La Primavera dell’Empoli è stata toccata al 90% dal Covid, qualcuno ha avuto anche dei problemi nel recuperare. Poi abbiamo trovato la quadratura – dice lo stesso Buscè – i ragazzi si sono fatti forza l’uno con l’altro. Al di là delle qualità tecniche io so di avere in mano un gruppo di piccoli grandi uomini, quando c’è questo vengono fuori anche i valori”. Il tecnico svela anche un retroscena. “Li vedevo tranquilli e tra me e me dicevo che sono o degli incoscienti, o hanno una personalità incredibile. E’ stato Mirco Lipari a venire da me a dirmi di stare tranquillo perché avrebbero vinto. Non è presunzione, ma consapevolezza”.