Dovrebbe tenersi entro fine luglio l’assemblea del mercato, precedentemente saltata per motivazioni di facciata . Sembra infatti che sia stata trovata la quadra sui tre nomi che andranno a costituire il nuovo collegio sindacale: uno verrà indicato da Nocera Inferiore ,uno da Corbara e l’altro da Pagani. Circolano diversi nomi ed almeno una riconferma , quella di Salvatore Barba quale presidente.
Sulle poltrone l’accordo si è trovato in fretta, sul futuro del mercato invece nessuna idea concreta . Non sanno cosa fare, incartati tra rimessa in bonis, nuova società , affidamento a terzi che è la proposta originaria di Nocera, a cui il comune di Pagani non ha dato mai riscontro, bocciandola con una sorte di silenzio – dissenso.
Nel frattempo Pagani si appresta a chiedere un canone di fitto di oltre 300.000 euro annui al consorzio, mentre Nocera dovrebbe seguire a ruota richiedendone almeno altri 50.000, per un totale di 350.000 di canone locativo annuale che dovrebbe entrare nelle casse dei due comuni territorialmente competenti previo perfezionamento di un contratto di locazione al momento ancora in fase di elaborazione.
E’ evidente che ciò comporterà un aggravio di costi a carico della struttura che probabilmente si ripercuoterà a carico di concessionari e utenti, penalizzando ulteriormente un settore in crisi aggravato da una fase gestionale di perenne liquidazione .
Nel frattempo la struttura cade a pezzi con una assenza di interventi di manutenzione straordinaria, con una manto di asfalto da rifare quasi totalmente , unitamente agli impianti (idrico elettrico e fognario) che sono fatiscenti e obsoleti .
E’ anomalo che tenuto conto delle condizioni della struttura il liquidatore non richieda ai due comuni proprietari del bene, di mettere mano ad interventi di manutenzione straordinaria che per legge sono a carico esclusivo dei proprietari. E’ anomalo che non porti all’attenzione dei soci tali necessità preso atto della nuova proprietà e della richiesta di locazione. E’ anomalo il silenzio del Cogmo che pure dovrebbe rappresentare i concessionari che in tali condizioni sono parte lesa.
E’ evidente che ognuno tende a mungere il latte dal proprio capezzolo, senza considerare che la vacca è vecchia e la produzione del latte prossima allo zero..
Intanto della fase liquidativa non si intravede la fine ed i fatidici 60 gg di ultimatum alla stessa ,hanno sortito per i soci l’ennesima brutta figura. Una situazione di stallo da cui non si uscirà, tenuto conto che l’imminente richiesta di locazione potrebbe portare ad una serie di contenziosi tra le parti e cosa non trascurabile a Nocera Inferiore tra 9 mesi si vota .
Nel frattempo però sulle poltrone l’accordo c’è, segno evidente che per il mercato ortofrutticolo la politica anziché essere la cura, resta la malattia.
GERARDO VICIDOMINI