La relazione della Corte di Conti sul “Grande Progetto Sarno” è la fotografia di un fallimento: in dieci anni spesi soltanto 1 milione e settecentomila euro su circa 217 milioni di fondi europei. A stabilirlo è stata la Sezione centrale di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti, presieduta dal magistrato Giovanni Coppola, che ha approvato la relazione conclusiva dell’indagine su “I Grandi progetti della programmazione europea 2007-2013, un bilancio d’insieme e indicazioni per il futuro”.
Secondo la magistratura contabile, dei progetti 56 approvati, nell’ambito della programmazione europea 2007-2013, per un valore complessivo di 7,6 miliardi (di cui 5,5 miliardi di risorse UE), alla data del 31 dicembre 2020, solo 34 progetti risultano ultimati e in uso mentre 11 interventi sono in corso di realizzazione come grandi progetti dell’attuale ciclo di programmazione 2014-2020 e altri 11 figurano come progetti ordinari, da realizzare nel corso della programmazione attuale, o sono stati abbandonati e rinviati al periodo 2021-2027. Pertanto, a distanza di quattro anni dalla data di presentazione delle certificazioni di chiusura del periodo di programmazione 2007-2013 (fissata al 31 marzo 2017), solo i due terzi dei grandi progetti approvati risultano effettivamente entrati in funzione. Ciò è quanto emerge dalla relazione conclusiva dell’indagine approvata dalla Sezione centrale di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti che ha analizzato anche l‘andamento del “Grande Progetto Sarno” , l’insieme delle opere pubbliche volte alla riduzione del rischio idrogeologico e alla riqualificazione ambientale del fiume, compresa la rete dei canali e degli affluenti connessi, di importo complessivo pari a 217 milioni di euro. Nello specifico, il progetto risale all’anno 2011, quando la Regione Campania, tramite l’Arcadis – il soggetto pubblico indicato come responsabile dell’esecuzione- presentò all’Unione europea una richiesta di finanziamento per la sistemazione idraulica e la riduzione del rischio idraulico del fiume Sarno. Successivamente, le difficoltà dell’operazioni e dell’iter amministrativo, hanno portato il progetto ad una fasizzazione dei lavori (accolta dall’Unione europea nel 2016), ovvero la suddivisione dell’ investimento in più fasi, la quale sarebbe dovuta essere stata conclusa entro il 2019. Ritardi nell’avvio del progetto e del piano di interventi che sono stati motivati dalla Regione Campania con l’insorgere di tre vertenze amministrative, poi risolte in modo favorevole per l’Ente di Palazzo Santa Lucia. In seguito, la fasizzazione dei lavori non è mai divenuta operativa e la Regione Campania ha ritirato il progetto dalla programmazione 2007-2013, facendo confluire tutti gli interventi in un nuovo e più vasto piano, approvato con delibera regionale del 13 marzo 2018, per il “Completamento della riqualificazione e recupero del Fiume Sarno”. Così, il nuovo piano della Regione, molto più ampio ed esteso, ammonta ad oggi a 400milioni di euro articolati su diversi programmi operativi regionali, quali il POR 2014-2020, programma anch’esso in scadenza. La Sezione centrale della Corte dei Conti, alla luce dei notevoli ritardi per la messa in sicurezza, riqualificazione e recupero del fiume Sarno, ha concluso la propria relazione adducendo «Il progetto, che avrebbe dovuto terminare entro l’orizzonte temporale della programmazione 2007-2013, poi entro il 2019, in realtà a fine 2019 risulta notevolmente ampliato nell’oggetto e comunque appena avviato(per alcuni interventi urgenti e cantierabili). Gli importi degli impegni e dei pagamenti a valere sul POR 2014-2020 alla fine del 2019 ammontavano rispettivamente a 1,766 milioni e a poco più di 1 milione».