Sarà l’esame autoptico a far luce sulle cause del decesso della cinquantenne Tetyana Dayachok, la donna di nazionalità ucraina che risultava residente a Scafati ma che di fatto era domiciliata a Casamicciola Terme in località Sentinella. Forse le prime risultanze delle analisi che saranno svolte presso l’Istituto di Medicina Legale del II Policlinico di Napoli potranno – sia pure informalmente – regalare già qualche dettaglio utile agli inquirenti, in attesa ovviamente di una relazione più ampia e articolata che per ovvi motivi non potrà che essere così celere.
Ma una cosa è certa, la morte della povera Tetyana non è stata sin da subito archiviata come un decesso accidentale o comunque dovuto a cause naturali e la testimonianza più eloquente è rappresentata dall’arrivo sull’isola poche ore dopo il ritrovamento del cadavere del pubblico ministero Sergio Pavia che ha iniziato a coordinare le indagini per le quali si avvale della collaborazione del personale del commissariato di polizia di Ischia, guidato dal vicequestore Maria Antonietta Ferrara. Pavia non esclude alcuna ipotesi, nemmeno quella più drammatica di un omicidio e non a caso già a partire dal pomeriggio di lunedì negli uffici di via delle Terme sono sfilati diversi soggetti. Partendo proprio dal marito della vittima, Antonio Casillo, che è stato colui che ha fatto il ritrovamento del corpo senza vita della donna. Ma l’attività investigativa è fitta, serrata e non lascia nulla al caso ed è quella che abitualmente viene svolta in casi del genere: analisi dei tabulati telefonici per capire i contatti avuti nelle ultime ore di vita e provare nei limiti del possibile a ricostruirli. Oltre ad una serie di testimonianze tra coloro che conoscevano Tetyana o che potrebbero averla incrociata nell’imminenza della sua drammatica fine.