Il delegato campano del sindacato: “È ora che le amministrazioni vengano sanzionate per le inadempienze. Necessaria una legge nazionale”.
“Guardiamo con estrema preoccupazione a quanto sta accadendo a Palermo in merito alla cosiddetta emergenza bare. Palermo sia da esempio per l’Italia affinché una cosa del genere non si ripeta più”. Questa la reazione di Gennaro Tammaro, delegato e rappresentante EFI (Eccellenza Funeraria Italiana) per la Campania, apprendendo dello scontro in atto tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il suo Consiglio Comunale che de facto blocca una serie di opere necessarie per risolvere l’emergenza nel comparto cimiteriale nel capoluogo siciliano. Un braccio di ferro in cui, a rimetterci, sono i cittadini.
“Ritardi atavici nella gestione amministrativa, incompetenza di lunga data, blocchi legati a querelle politiche non sono mai ammissibili. Ma diventano totalmente inaccettabili quando ci sono 1000 famiglie che attendono che sia data una degna e dignitosa sepoltura ai loro cari”. Il riferimento è al Cimitero dei Rotoli, dove sono stipate circa un migliaio di bare in attesa di sepoltura. “Un’emergenza che è una vergogna, ma non crediate che sia solo una questione di Palermo. Situazioni a rischio esplosione sono disseminate a macchia di leopardo in tutto il sud Italia, e la colpa è solo della cattiva amministrazione”.
“Intollerabile – affonda Tammaro – che sui cimiteri si giochi una partita a scacchi. Intollerabile, nel 2021, che si rischi un’emergenza sanitaria perché i corpi non vengono sepolti mentre le temperature superano i 40 gradi. Ed è intollerabile che nessuno paghi per questo scempio”.
Tammaro ricorda: “Sarebbe ora che le amministrazioni comunali, regionali, provinciali vengano sanzionate per queste situazioni imbarazzanti di cui sono responsabili. Noi come EFI in Campania da anni discutiamo con i vertici della necessità di una legge nazionale che stabilisca linee guida a cui le amministrazioni debbano attenersi, una sorta di elenco dei servizi minimi da garantire. Nel 2021 non è accettabile che i morti non possano essere sepolti in tempo, non parliamo di scartoffie che possono accumularsi su una scrivania. Chi crea questi presupposti ha l’obbligo di risponderne davanti allo Stato, alla legge e ai contribuenti”.