
Lo ribadì con grande chiarezza anche Papa Benedetto XVI in occasione dell’udienza del 12 dicembre 2007, quando ebbe a dire: «San Paolino non scrisse trattati di teologia, ma i suoi carmi e il suo denso epistolario sono ricchi di una teologia vissuta, intrisa di Parola di Dio, costantemente scrutata come luce per la vita. In particolare, emerge il senso della Chiesa come mistero di unità. La comunione era da lui vissuta soprattutto attraverso una spiccata pratica dell’amicizia spirituale. In questa Paolino fu un vero maestro, facendo della sua vita un crocevia di spiriti eletti: da san Martino di Tours a san Girolamo, da sant’Ambrogio a sant’Agostino».
Una conferma della luminosa grandezza di questo santo vescovo, nato nell’odierna Bordeaux nel 352 (o 353) e morto a Nola nel 431, ci proviene dall’ottima monografia a lui dedicata da Maria Carolina Campone (Mens una, triplex vis. Paolino di Nola teologo (e) mistico, Graphe.it, pagine 188, euro 24,50), che approfondisce la ricca personalità paoliniana, permettendo al lettore di coglierne l’importanza anche per quanto concerne lateologia e, in particolare, la mistica. Dotato di una solida cultura, inizialmente Paolino si dedicò alla vita politica, percorrendo una carriera significativa, bruscamente interrotta da vicende che lo condussero a rifugiarsi in Spagna, ove
sposò Terasia, cristiana convinta, con la quale vivrà una straordinaria esperienza d’amore sponsale, improntato alla carità e alla castità. Al 389 risale la sua conversione, al 394 il sacerdozio attribuitogli per acclamazione popolare.
Stimatissimo da uomini quali i santi Ambrogio, Girolamo, Martino e Agostino, venne criticato da chi guardava con sospetto alla sua vita severamente ascetica. Nel 395 Paolino, insieme alla moglie, giunse a Nola, ove fondò una comunità ascetica mista, maschile e femminile, e nel 410 divenne vescovo della diocesi, dimostrandosi, in tempi non facili di aspre dispute intraecclesiali e di drammatici rivolgimenti politici, fermamente fedele all’ortodossia cattolica. Ricostruendo la figura e l’opera di Paolino, l’autrice propone un modello di vita cristiana ancora oggi valido, come afferma
Luigi Borriello nella prefazione: «Un originale ed inedito percorso mistico, che rientra nell’ambito della riscoperta del quotidiano come luogo teologico, condizione storica privilegiata
per vivere la mistica comunione col divino… Il libro di Campone è un invito a vivere pienamente l’essere cristiani, essere Corpo di Cristo, vivere nella comunione della Chiesa, comunione d’amore celebrata essenzialmente in due modi, come amore d’amicizia e come amore sponsale».