
Martedì 24 agosto 2021 il Noe rientra per attività di controllo e presumibilmente di indagine nel Depuratore di Mercato San Severino. Continua l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine nei depuratori regionali del comprensorio del Servizio Idrico Integrato del Bacino Idrografico del Fiume Sarno. Ancora una volta il Noe, guidato dal Tenente Colonnello Pasquale Starace ha effettuato un nuovo ingresso all’impianto depurativo dell’Alto Sarno di Mercato San Severino gestito da Gori con all’interno un responsabile operativo di impianto e altri dipendenti che giornalmente si trovano a dover gestire le ondate di reflui provenienti dagli otto comuni a monte e dal depuratore di Solofra. Già qualche giorno prima il Noe di Salerno era entrato all’interno del Depuratore con l’ Arpac proprio come è accaduto martedì 24 agosto prelevando determinati campioni dalle vasche e dalla acque in uscita. Nessuna notizia invece per il prelievo di acque in entrata.
Non si riesce a comprendere se le attività di indagine vadano verso la constatazione della efficienza depurativa dell’impianto di Mercato San Severino o se si voglia comprendere effettivamente perchè l’impianto di depurazione dell’alto Sarno, in particolare, nei periodi estivi vada spesso in K.O. Da una mia inchiesta, ho appurato come le ondate di reflui provenienti dalle attività produttive a monte del depuratore mettano in serio affanno il delicato sistema di depurazione dei reflui. Un impianto, quello di Mercato San Severino, che non è stato strutturato per ricevere reflui industriali non depurati, ma solo ed esclusivamente reflui civili e reflui industriali pretrattati. Da mie fonti ho appurato come Gori riceva quantitativi modesti di terra e sabbia che concorrono al blocco del processo depurativo.
Altra componente importante è la presenza di ammoniaca in quantità superiori di molti punti percentuali e che allo stesso modo delle sabbie, terra e grandi quantità di materiale organico (bucce di pomodori, gambi, rifiuti vari) che concorrono al blocco del sistema depurativo. Inoltre vi è da calcolare che tutti questi costi che il Soggetto Gestore Gori S.p.A. sta affrontando in quasi tutti i depuratori del Bacino Idrografico del Fiume Sarno sono costi che graveranno sulla collettività che ad oggi si aggirano a circa 3 milioni di euro. Parliamo di fanghi che dovranno essere conferiti in discarica con somme di circa 200 euro a tonnellata aggravati dai costi di trasporto in Puglia nelle discariche; bisogna calcolare tutti gli imprevisti aggiunti l’ingolfamento dell’impianto tra questi l’aggiunta di ossigeno liquido che serve per dare una spinta maggiore al processo di ossidazione dei fanghi. Altro aspetto da non sottovalutare è l’immissione nel depuratore di Mercato San Severino dei reflui provenienti da Solofra, infatti l’impianto di depurazione dell’Alto Sarno è composto da due nuclei depurativi uniti, Solofra e Mercato San Severino. Solofra non ha sbocchi di uscita così come Mercato San Severino ha nel Torrente Solofrana. Quindi tutto quello che accade a monte, in Solofra, ha un solo sbocco di “uscita” e di “emergenza” una condotta lunga chilometri che arriva al depuratore di Mercato San Severino dove ormai si sono immessi immensi nuclei abitativi e industriali.
Paradossalmente l’impianto di depurazione di Solofra fa parte di un distretto differente da quello di Mercato San Severino. Quest’ultimo fa parte del Distretto Sarnese Vesuviano e Solofra dell’Alto Calore Irpino, entrambe fanno parte dell’Ente Idrico Campano, ma allo stesso modo entrambe sono gestiti da due soggetti gestori differenti. Mentre sul Distretto Sarnese Vesuviano come da norma Gori ha preso l’affidamento dell’impiantistica regionale; a Solofra a gestire l’impianto resta Cogei, già gestore dell’impianto di Mercato San Severino. C’è comunicazione tra i due impianti? Se l’impianto di Solofra inviasse reflui non depurati presso l’impianto di Mercato San Severino sarebbe possibile individuarli? Le responsabilità di chi sarebbero? Insomma sono ancora tante le criticità legate ai due impianti che necessariamente hanno bisogno di una netta distinzione, anche tecnica tra i due. E’ possibile ancora che i due impianti debbano essere ancora uniti? Sarebbe auspicabile il loro distacco? Inoltre, se nelle aree industriali dei comparti produttivi non viene effettuata la depurazione delle acque, perché non costruire un impianto depurativo a piè delle aree industriali? Oppure sarebbe utile incentivare economicamente le industrie che hanno impianti di depurazione obsoleti a garanzia che questi depurino sempre a regola d’arte? E’ possibile che sempre e solo l’impianto di Mercato San Severino sia il colpevole di tutti i mali, il quale è il recapito finale di 8 comuni, del comparto produttivo di Mercato San Severino e Fisciano, di Solofra e Montoro? Il depuratore di Mercato San Severino è un impianto vasto ma ha degli equilibri che non possono essere intaccati da chi vuole fare profitto ai danni dell’ambiente e delle tasche dei contribuenti del Servizio Idrico Integrato. Chi pagherà questi due o tre milioni di euro di spese per la gestione di reflui non trattati? Se sono le industrie, a monte degli impianti a creare questi problemi, perché dovranno poi essere i cittadini a dover pagare questi illeciti o inefficienze del sistema produttivo? Sono i cittadini i finanziatori degli illeciti ambientali? Viene da dire, quanto ci costa sta pummarola! Ritornando all’ingresso del Noe al depuratore di Mercato San Severino, la domanda che ci si pone è il perché non vengono analizzate le acque in ingresso al depuratore, il perchè fino ad oggi non si hanno notizie concrete di ingressi mirati e diremmo anche multidisciplinari nelle attività produttive a monte.
Tra qualche settimana la stagione di alcuni comparti produttivi agro alimentari finirà, questi sono tra i più influenti, negativamente, sul comparto della corretta depurazione delle acque, perché sembrerebbero essere gli autori dell’avvio di reflui non depurati in fognatura; questo passare del tempo porterà con sé anche i responsabili che con tutta probabilità ritroveremo l’anno prossimo e andremo poi a ripetere lo stesso “copione” di quest’anno. Bisogna seguire in modo inverso le acque, non è un qualcosa di complicato ma neanche tanto semplice, ma gli autori degli sversamenti illeciti sia in fognatura che nei fiumi è possibile individuarli solo attraverso le proprie acque reflue. Probabilmente serve una task-force dedicata come è stato fatto nella terra dei fuochi.