”Il quotidiano susseguirsi di fatti criminali – drammatici e devastanti – che si svolgono nelle strade ci mostrano una citta’ ormai allo stremo della tenuta sociale, dove la sicurezza e la vivibilita’ e’ particolarmente precaria. Quanto sta accadendo non lascia piu’ alibi alle responsabilita’ delle istituzioni (amministrazione comunale per prima) ma anche di noi cittadini”.
A dirlo e’ don Ciro Cozzolino, referente del presidio di Libera a Torre Annunziata. Il prete fa riferimento non solo alle recenti ”stese” (raid con colpi sparati in aria) che hanno interessato diversi quartieri della citta’, specie quelli a piu’ alta densita’ criminale, ma anche agli episodi drammatici come quello dell’uccisione di Maurizio Cerrato, il padre ferito a morte per avere difeso la figlia, alla quale era stata squarciata una ruota dell’auto che aveva parcheggiato in strada su un posto ”occupato” con una sedia.
”Questa insostenibile realta’ – prosegue il referente di Libera a Torre Annunziata – chiede a noi comunita’ una sola cosa: lasciare il buonismo dell’indifferenza per far posto alla determinazione di costruire una ‘nuova Torre Annunziata’, fondandola su valori di giustizia e legalita’ per la cura appassionata e competente del bene comune”.
L’appello di don Ciro Cozzolino arriva nel giorno del trentasettesimo anniversario della cosiddetta ”strage di Sant’Alessandro”: il 26 agosto del 1984 infatti un commando composto da quattordici sicari apri’ il fuoco in un circolo dei pescatori di Torre Annunziata frequentato anche da esponenti del clan Gionta. Rimasero uccise otto persone, mentre i feriti furono sette.
”Siamo consapevoli – conclude il prelato – che, da soli, non potremo far nulla per trasformare l’agonia in speranza. Da qui il nostro accorato appello – ad ognuno e alle forze sociali – ad uscire da se stessi, dalle proprie sicurezze e da ogni forma di corporativismo per la difesa di privilegi. Camminare e agire insieme e’ necessario alla vita della citta’ e dei cittadini! Noi ci siamo”.