
Un tempo era realmente la città capofila dell’Agro, ora lo è solo nei luoghi comuni che usano spesso politici, amministratori, giornalisti. Nocera Inferiore oggi è più capolinea che capofila. Ha stazione, in decadenza rispetto al passato per preciso volere politico regionale, e ospedale, eternamente da potenziare. Ha tantissime scuole superiori. Ha tanti uffici pubblici di importante riferimento. Ha una Posta centrale e due succursali. Un numero non indifferente di banche e il Tribunale. E andando avanti: Stadio da B fatta e Palazzetto dello Sport.
Non è però da anni la città più popolosa dell’Agro, primato ceduto a Scafati. Quindi basta con capofila e magari basta anche con capolinea. Come ovviare alla seconda e scomoda etichetta ? Trasformarla in città che accanto ai servizi riesca a funzionare e a fare il salto di qualità sotto altri aspetti: cultura, valorizzazione dei siti esistenti, pulizia, differenziata con premialità, trasporti urbani, piano traffico che tenga conto dei cambiamenti degli ultimi anni, manutenzioni di ogni genere fatte come si deve, concedere quel che si può e deve agli insediamenti industriali, ridare linfa al piccolo commercio ormai schiacciato tra gabelle e ingrosso. E’ tanto ? E’ troppo? Saranno i temi veri, secondo noi, della prossima campagna elettorale, assieme all’ambiente, primo indicatore della vivibilità di una città. Sbaglia di grosso che tenta di ridurre il tutto ad una campagna sull’ospedale in nome di un mal interpretato segnale di nocerinità.
E’ finito il tempo di credersi migliori e superiori agli altri. Bisogna essere diversi e nello stesso tempo connettersi con gli altri, l’Agro non è una fila e non può avere capo e capetti, Nocera ha il privilegio di poter cambiare subito passo a partire dalla primavera che verrà. (m.m,)