Nei suoi termini essenziali la questione è semplice: la possibilità di raccogliere le firme attraverso lo Spid rende la richiesta di referendum esageratamente facile con il rischio di intasare le procedure democratiche e “svuotare” di potere il parlamento? I costituenti intesero l’istituto del referendum abrogativo essenzialmente come modalità attraverso la quale coloro che erano stati sconfitti in parlamento e tutti coloro che erano ostili a una legge approvata potessero fare appello ai cittadini per vanificarla. La raccolta delle 500 mila firme indispensabili per chiedere il referendum serviva soprattutto a meglio informare gli elettori sui contenuti della legge, ma anche a dimostrare un minimo di sostegno iniziale alla sua eventuale abrogazione. Non fu mai molto facile raccogliere quel numero di firme. Ci riuscirono le organizzazioni, come quelle cattoliche, i sindacati e anche i partiti grandi. Ci riuscirono anche i radicali, più che un semplice “movimento di opinione”, attraverso tumultuose (e volute) vicissitudini fino alle raffiche contro la classe politica: “aboliscila con una firma”
Rapidamente i difensori di una legge appresero che qualsiasi referendum poteva essere fatto fallire per mancanza di quorum incitando all’astensione. Il punctum dolens, però, fu che 500mila firme, con una popolazione e un elettorato molto cresciuti rispetto al 1948, vennero considerate troppo poche. L’innalzamento delle firme fu spesso proposto, da taluni accompagnato con l’abbassamento del quorum per la validità dell’esito.Oggi la possibilità di ricorrere a nuove tecnologie rende molto semplificata la raccolta delle firme e alcuni temono (ma altri auspicano) l’avvento di una (a mio parere alquanto improbabile) democrazia referendaria.Per giustificare e legittimare questo tipo di democrazia, i cui segni iniziali, peraltro, sono flebili, non puntare il dito contro il parlamento accusandolo di incapacità e inerzia legislativa, anche se certamente esistono entrare. Bisogna, invece, argomentare che su alcune materie è cosa buona e giusta che siano i cittadini a esprimersi direttamente, di persona personalmente.