Ieri, in Piazza San Giovanni a Roma dove, da sempre, la sacralità religiosa e la concretezza del lavoro hanno trovato espressione, ha avuto luogo la manifestazione nazionale “NO AL GREEN PASS – per la Libertà, il Lavoro e il Futuro – sostenuta da movimenti politici e filantropici.
Ho voluto esserci anch’io per registrare lo stato d’animo di quanti dissentono da un pensiero che trova sempre più forma in decreti legge che violano, a detta di molti, i dettami certi sanciti da una Costituzione in cui il legislatore ha inteso salvaguardare i diritti considerati inviolabili per un’esistenza dignitosa di tutti i cittadini dello Stato italiano.
L’appuntamento alle 15.00 si è svolto nel completo rispetto delle regole per un manifestare civile e auspicabile in qualsivoglia circostanza.
Alla manifestazione la partecipazione è stata davvero significativa, la piazza si è presto riempita di tante delegazioni provenienti da diverse regioni italiane con l’intento di esprimere un pensiero che non trova spazio nei palinsesti televisivi e giornalistici in generale.
I numerosi interventi hanno mostrato il disagio di gruppi di categorie di lavoratori costretti a vivere in situazioni di precariato inaccettabili che spingono a credere che quello che oggi capita ad alcuni, sarà quello che riguarderà anche altri.
L’emergenza sanitaria, secondo molti degli intervenuti, non è altro che lo spauracchio per adottare politiche economiche sempre più sfavorevoli ai lavoratori che si ritroveranno ad elemosinare una dignità che sta diventando sempre più rara.
I lavoratori di Alitalia (semplificando tutte le trasformazioni che il gruppo ha vissuto in questi anni difficili) sono un esempio di come una compagnia nazionale, un tempo fiore all’occhiello del Paese e marchio di qualità nel mondo, siano divenuti merce di scambio in un processo che mira a favorire politiche distanti dal bene della collettività tutta, grazie alla perdita di supremazia economica e politica all’interno della Comunità europea.
Gli esponenti del mondo operaio che hanno continuato a produrre anche nel momento di maggiore difficoltà in periodo pandemico, creando dei protocolli interni per evitare focolai epidemici, avvertono che il cappio alla gola delle scelte politiche riguardanti il mondo del lavoro è sempre più stretto e sfavorevole ai lavoratori.
Il mondo delle piccole partite Iva era in piazza per manifestare lo sgomento di fronte a quanto sta accadendo in modo plateale senza una reale consapevolezza di tutta la società e che sta distruggendo la microimpresa a favore delle multinazionali.
Il perpetuarsi dello stato emergenziale è la modalità che sta permettendo l’applicazione di una serie di decisioni parlamentari che altrimenti non potrebbero essere avallate in alcun modo, ma dovrebbero seguire iter legislativi che richiederebbero tempi di applicazione molto più lunghi.
In ambito scientifico, il dato biologico se non corrisponde a quello epidemiologico necessita di approfondimenti, gli esperti lo sanno bene, perché è il primo che registra la reale situazione in una situazione di allerta sanitaria come quella che si sta affrontando (si consiglia l’ascolto dell’intervista della prof.ssa Loretta Bolgan, ricercatrice indipendente).
L’intervento come cittadina partecipante alla manifestazione in difesa della libertà e contro ogni discriminazione e non nel ruolo di Vicequestore della Polizia di Stato a Roma Nunzia Alessandra Schilirò è stato davvero toccante (invitiamo chi legge a riascoltare il suo discorso sulla pagina fb di Agrotoday o su Telegram), perché ha evidenziato quanto sia importante acquisire la consapevolezza di quanto realmente sta accadendo nel paese in cui viviamo attraverso la volontà di ciascuno di informarsi per comprendere la vera posta in gioco.
La presenza di esponenti dell’informazione ha contribuito a chiarire la frattura esistente tra i giornalisti che non derogano a logiche di potere rispetto a quelli che, pare, abbiano dimenticato “l’onore” e il dovere di fornire una corretta informazione.
Tra la gente ho ritrovato la forza dell’essere comunità, la voglia di essere insieme per testimoniare che l’umanità ha desiderio di essere unita anche nelle divergenze di opinione che meritano di trovare espressione; tra la gente mi sono sentita a mio agio come da tempo non capitava, la paura di incontrare l’altro non c’era e tutti diversi si cercava un contatto di parola, di riflessione, di cuore per aprirsi al mondo che è lì pronto a disvelarsi.
Credo sia solo l’inizio…