Qualche giorno fa, il Codacons ha proposto di togliere la pensione a chi non accetterà di capitolare di fronte a quello che di fatto sta diventando l’obbligo a vaccinarsi. Ci si trova davanti ad una provocazione che pone interrogativi seri a tutta la popolazione, primo fra tutti la possibilità, anche per chi crede nella narrazione del sistema, di trovarsi un domani esposto a delle restrizioni imposte in modo coercitivo. Altro interrogativo degno di altrettanta attenzione riguarda il motivo per cui credere esclusivamente a quanti esprimono la totale fiducia nei vaccini, mi riferisco ai tanti esperti che da mesi ripetono le medesime teorie (a volte anche cambiando idea), considerando inutili e non veritiere le valutazioni dei numerosissimi esperti che dalle catacombe dell’informazione dichiarano perplessità scientifiche su quello che definiscono un siero genico. Abbiamo mai assistito a veri contraddittori tra esperti che senza alterarsi e offendere la controparte, possano considerarsi tali in nome di una scienza continuamente invocata?
L’obbligo vaccinale è escluso perché le stesse case farmaceutiche che hanno prodotto i vaccini hanno dichiarato di non aver ottemperato a quello che è l’iter per l’approvazione (che non vuol dire autorizzazione) di un nuovo farmaco, e tra mezzi sì e mezzi no degli organi competenti, il nostro governo ha dato il via libera, secondo quanto stabilito dalla Comunità europea, al green pass nato in origine per facilitare in sicurezza gli spostamenti tra un paese e un altro.
I passaggi successivi in Italia sono sotto gli occhi di tutti, e il 15 ottobre i “combattenti” che non si piegheranno all’imposizione mascherata del vaccino saranno costretti a sostenere a proprie spese l’onere del costo di tamponi per poter accedere ai luoghi di lavoro, altrimenti verranno sospesi e privati dello stipendio. Tanti, di fronte a questa possibilità, hanno dovuto subire un trattamento sanitario contro la propria volontà nell’indifferenza di chi ha scelto di aderire alla campagna vaccinale.
Coloro i quali hanno mostrato perplessità su questo siero genico, così appellato da illustri ricercatori, sono stati etichettati come “no vax” e come tali considerati alla stregua di criminali, perché infettivi per i vaccinati. Ma questa è la verità? E perché medici e ricercatori di tutto il mondo, uno su tutti l’immunologo Fauci, specificano che la carica virale di un non vaccinato è pari a quella di un vaccinato ridimensionando quella che viene considerata una scelta etica anche dal Papa? e ancora, perché tanti altri mettono in guardia da questo vaccino, presentando l’alternativa di terapie domiciliari economiche che i media deridono e liquidano come materia da guru?
Tante le violazioni dei diritti dei cittadini anche attraverso l’imposizione del green pass divenuto lo strumento permanente di controllo sanitario! Appare sempre più evidente che il green pass andrà aggiornato continuamente attraverso dosi periodiche, come specifica Ricciardi, esponente del Comitato Tecnico Scientifico. Viene da pensare che chi non lo possiederà sarà escluso in eterno dall’esercizio dei diritti per ora negati fino al 31 dicembre, termine per la fine dell’emergenza sanitaria. Si spera.
È utile ricordare che nel 2018 nei programmi dell’Unione europea già si parlava di passaporto vaccinale in modo permanente.
Con la digitalizzazione per l’accesso ai servizi, quello che oggi è considerato un mezzo per accedere alla vita pubblica, potrebbe consentire in un futuro non molto lontano, al potere di escludere in modo definitivo i cittadini da qualsiasi ambito, non solo in base a criteri vaccinali.
La digitalizzazione per l’accesso al denaro potrebbe rendere lecito, dove considerato necessario, l’impedimento all’uso delle proprie disponibilità monetarie, se non in possesso di alcuni requisiti stabiliti dagli organi controllori.
Alcuni, tra quelli che si considerano complottisti, sostengono che l’emergenza sanitaria sia un pretesto per introdurre in modo graduale uno strumento per il controllo totale dei cittadini e decretarne, dove necessario, l’emarginazione sociale.
Quelle che sono oggi le limitazioni previste per una categoria, un domani potrebbero valere per tutti; l’Italia attualmente, potrebbe essere un laboratorio dove testare simili metodiche che se raggiunte con successo, potrebbero divenire l’obiettivo da perseguire in tutto l’Occidente.
Sono troppo fantasiosi gli esponenti di questo pensiero, o siamo in un romanzo tanto distopico quanto reale?