DAL CONSIGLIERE COMUNALE MICHELE GRIMALDI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Anche ieri, abbiamo dato battaglia in Consiglio comunale, a difesa di Scafati e degli scafatesi.
E anche ieri, il Sindaco non ha mancato di ostentare errori, incompetenza e l’assoluta incapacità di guidare con rigore e nella giusta direzione la città.
Ma andiamo per ordine.
Il Sindaco ha comunicato all’assise le dimissioni dell’assessore Arpaia, e la (ri)nomina dell’assessore Di Massa, del quale in due anni il Sindaco ha prima chiesto le dimissioni da consigliere comunale, poi lo ha nominato assessore, poi lo ha licenziato dalla Giunta ed infine lo ha richiamato con tanto di roboante annuncio.
Su questo occorre essere chiari.
Siamo al diciassettesimo assessore in due anni, praticamente il Sindaco ha prodotto più nomine di assessori che delibere di giunta. Nonostante una larga maggioranza in Consiglio ottenuta grazie alla legge elettorale, Salvati non riesce ad assicurare governabilità alla città. Le continue liti in maggioranza e la continua girandola di nomine non permettono una doverosa programmazione, con il personale dell’Ente che quando incontra un assessore non sa se lo rivede il giorno dopo.
E non permettono di occuparsi con la dovuta costanza e attenzione dei tanti gravi problemi che affliggono la nostra comunità.
Di Massa è stato coinvolto proprio il giorno dopo la nomina nell’inchiesta giudiziaria riguardante il crack di Scafati Sviluppo, società della quale – agli atti della Camera di Commercio – risulta ancora essere il rappresentante legale. Noi siamo garantisti, sempre, con gli amici e gli avversari, ed auguriamo a Di Massa di poter dimostrare la propria innocenza dinanzi agli organi giudiziari.
Ma qui il punto è tutto politico, non giudiziario: ad ogni piè sospinti il Sindaco rievoca come alibi per i suoi continui fallimenti la difficile eredità del passato. Ma di quel passato continua a circondarsi, e quel passato è consistente parte della sua amministrazione. Tutto è ammesso, ma non l’ipocrisia: Salvati si assuma le sue responsabilità, ed anche quella della continuità tra la sua e la precedente amministrazione.
Il Sindaco ha poi comunicato al Consiglio comunale l’esistenza di una manifestazione di interesse per la nomina del CdA della nuova azienda “Comunità sensibile” che sarà chiamata ad occuparsi di politiche sociali.
Il problema è che la manifestazione di interesse promossa dal Sindaco è in contrasto con lo Statuto dell’azienda in questione.
Infatti, lo Statuto dell’azienda sancisce che i membri del CdA (che sono tre) vengono nominati dall’assemblea dei Sindaci, mentre nella manifestazione d’interesse promossa dal Sindaco vi è scritto che il Comune di Scafati effettuerà una nomina di sua competenza.
Appare un fatto burocratico, ma invece è la spia di una concezione della politica che interpreta le politiche sociali non come forma di sostegno alle fasce deboli, ma come luogo di compensazione per accordi elettorali.
E dunque :
dopo l’illegittimità della prima delibera che aveva istituito l’azienda, prima approvata e poi ritirata, e poi ripresentata,
dopo che ai consiglieri di opposizione è stato impedito di presentare e discutere emendamenti migliorativi alla proposta di Statuto, emendamenti che proponevano di aumentare il peso specifico di Scafati (che oggi conta solo il 25%, uguale a Corbara, Angri e Sant’Egidio, che tutte assieme quasi non hanno gli abitanti della nostra città),
continua l’amministrazione creativa di Salvati, che interpreta norme e regole a suo uso e consumo.
Altro punto all’ordine del giorno era il PEF, il piano economico finanziario dell’ACSE. Che può apparire un argomento tecnico, ma che invece è l’atto con il quale si stabilisce il costo del servizio (e dunque l’ammontare complessivo dell’imposta TARI) e la qualità dello stesso: e cioè come si svolge, quali servizi l’ACSE deve assicurare e con quali modalità.
Anche qui, numerose le note dolenti.
Innanzitutto, il Comune dovrà emettere due ruoli TARI “negativi” con i quali dovrà restituire soldi ai cittadini, perché il ritardo con il quale è stato approvato il PEF ha determinato un calcolo errato (sovrastimato) delle tariffe emesse. Quindi non parliamo di una riduzione in bolletta, come qualcuno pure dice per propaganda, ma di una restituzione dovuta ai cittadini: laddove, in ogni caso, già si paga una delle tariffe più alte della Regione, a fronte di un servizio non proprio dei migliori, diciamo così.
Tra l’altro, sui circa 11 milioni di entrate TARI annue stimate, nel 2020 sono stati incassati solo 4 milioni di euro, ed i ruoli 2021 non sono stati ancora emessi (e siamo dunque a 0, zero! ): il che vuol dire che il bilancio già in dissesto del Comune, al 31 dicembre 2021 rischia di subire una mazzata definitiva.
Ma non finisce qui.
Leggendo il PEF si riscontrano purtroppo numerose anomalie, ed alcuni passaggi non proprio chiarissimi:
si parla ad un certo punto dell’impegno allo spazzamento quotidiano delle strade del centro urbano, spazzamento per il quale si spendono circa 350.000 euro annui: una palese bugia, beffa ai cittadini scafatesi costretti a camminare districandosi tra buste, rifiuti di ogni tipo e cespugli. Il Sindaco ha detto che la situazione non è poi così drammatica, a conferma del fatto che non cammina molto attraverso la nostra città.
il costo del servizio di intermediazione svolto dalle società che si occupano dello smaltimento dei rifiuti ingombranti fluttua, fluttua moltissimo, da un minimo di 220 euro a tonnellata ad un massimo di 270 euro a tonnellata. Come è possibile? Perché si procede con affidi diretti anziché produrre un bando organico che faccia risparmiare le casse dell’Acse e del Comune?
anche per quanto riguarda i costi di smaltimento dell’umido, circa 1 milione e 300 mila euro, si procede con continui singoli affidi da 39.000 euro, e cioè la cifra massima per stare sotto la soglia dei 40.000. Anche qui, perché non si fa una gara per affidare il servizio, e dunque abbattere i costi che incidono sul PEF, e dunque sulle bollette dei cittadini?
sull’affido dei servizi legali, pare non essere rispettato il principio di rotazione imposto dal codice degli appalti. Su questo, e su altro, l’assessore alle partecipate non ha nulla da dire?
ancora, se come si legge dalla relazione, la raccolta differenziata in città è aumentata, come è possibile che i ricavi per le vendite delle frazioni nobili dei rifiuti sono diminuiti? Abbiamo qui una fluttuazione a ribasso? E perché? A chi giova?
e ancora, ancora, sempre la relazione parla di un aumento della produzione totale di rifiuti in città a fronte di una diminuzione della popolazione e di un aumento della raccolta differenziata.
Come è possibile?
Il Sindaco ha replicato che è conseguenza dell’emergenza Covid, peccato però che la relazione si riferisca su questo al periodo 2017-2019: forse il Sindaco non ha letto la relazione che egli stesso ha votato in aula?
infine, si parla di 700.000 euro di Costi generali di gestione, e di circa 50.000 euro di spese classificate come “altro”.
A cosa si riferiscono queste spese?
Insomma, si gioca – per sciatteria ed incompetenza – con la qualità della vita e le tasche dei cittadini scafatesi.
È possibile continuare così?
Anche questo Consiglio comunale, purtroppo, conferma quel che denunciano da tempo. Salvati non ha la tempra e le capacità di guidare la nostra città, di condurla oltre il guado, di ricostruire dalla macerie. Anzi, ci pare purtroppo che le macerie aumentino.
A tutto ciò c’è una sola soluzione: liberare palazzo Mayer dalla loro inutile, ingombrante e dannosa presenza.
P.S.: come vedete, quello che come opposizioni ogni giorno svolgiamo, è un lavoro enorme. Nei Consigli comunali, dove non c’è argomento sul quale non interveniamo, nelle commissioni, tra le strade ed i quartieri. Un lavoro volontario, fatto di studio, denunce, proposte battaglie.
È il nostro dovere, ed è per noi un dovere farlo.
Spiace, devo scriverlo con la sincerità che vi devo, che ogni tanto si alzi “il Pierino di turno”, spesso e volentieri in cattiva cattivissima fede, spesso e volentieri perché aspira a fare un po’ di demagogia a fini personali, a dire “dove sono le opposizioni?”
Le opposizioni sono qua, e fanno incessantemente il loro lavoro.
Per la città, solo per la città.
E la città, fortunatamente, lo sa.