“L’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà”. La frase è di Mazzini ed è stata ripetuta come se fosse un mantra dal presidente Svimez Adriano Giannola, ospite ad Angri, durante la conversazione , organizzata dal comitato cittadino l’Avanti Online, coordinato dai socialisti Giuseppe Fattoruso e Floriana D’Antonio. Il presidente dell’importante associazione che analizza e pubblica dati rilevanti sul Meridione e non solo, ha espresso considerazioni gepolitiche rilevanti sul nostro Paese e del Sud Italia, in un quadro internazionale e in continua mutazione, toccando con un’analisi lucida e puntuale tutti gli argomenti del momento.Dal ruolo italiano in Europa, della stessa Comunità Europea con il resto del mondo, i fondi del Pnrr come della centralità del Meridione nel Mediterraneo. Le nuove strategie internazionali con una Cina che sta investendo fortemente in Africa, deve vedere un coinvolgimento forte dell’ Europa e del suo Sud. Quel meridione che baricentro nel Mediterraneo deve poter avere migliori chances rispetto alle attuali vicende internazionali e scelte economiche. Sono proprio quelle scadenze del 2030 e 2050 che impongono sostenibilità, con la riduzione della C02 e riconversione energetica a garantire un nuovo possibile sviluppo, rispetto ad un territorio che rischia molto con la poca sinergia tra le regioni, tra spopolamento, irrealizzate infrastrutture e connessioni. Il professor Giannola ha concentrato il suo intervento anche in relazione a quelle mancate zone economiche speciali, alle opere ancora incomplete della Napoli Bari, come degli assi ferroviari e stradali compreso il mancato ponte sullo Stretto, ritenuto da Giannola, un asse importante di connessione con quei corridoi europei che potrebbero fare la fortuna dei porti italiani, in particolare quello di Augusta, in Sicilia, unico probabilmente a potersi candidare a trasformarsi in un vero hub in grado di intercettare quei flussi di merci che oggi dopo l’attraversamento del canale Suez, snobbano i porti italiani e percorrano migliaia di miglie marine per raggiungere i porti del nord Europa. Serve dunque una migliore consapevolezza dei territori del Sud e un vero piano di spendita dei 209 miliardi di euro di quel Pnrr che rischia di trasformarsi in un pericolo notevole per il debito italiano, già fortemente debilitato. Per Giannola, se l’Italia non coglierà appieno la sfida, rischia di portarsi dietro anche il resto dell’Europa che a sua volta scommette sul nostro Paese per mantenere un sistema che rischia di sbriciolarsi. Giannola si è detto preoccupato per la governance finanziaria delle multinazionali ma al tempo stesso ha evocato ottimismo con la necessità di un percorso condiviso per raggiungere obiettivi strategici ormai fondamentali per non soccombere e che necessitano di sinergie autentiche che vadano oltre localismi e con classi dirigenti interessate a visioni di area vasta. Puntare alla valorizzazione delle aree interne e delle infrastrutture digitali per superare il gap meridionale per l’intervento di Antonio Corvino, direttore dell’Obi Osservatorio Banche Italiane. Francesco Saverio Coppola, segretario generale dell’associazione Guido Dorso si è concentrato sulle condizioni finanziarie dei Comuni del Sud e la loro poca capacità di cofinanziamento. Un gap che rischia di debilitare ulteriormente ed ecco perchè è necessario apporto di capitali anche per le imprese private, fondamentali per superare l’empasse attuale con la perdita di opportunità di risorse concesse. Durante il dibattito sono stati presentati due libri: Mezzogiorno in Progress a cura di Corvino e Coppola, e Il Lupo e l’Agnello, a cura del professor Pietro Busetta che non ha potuto raggiungere Angri per un contrattempo. Si è detto soddisfatto, per l’importanza dei temi trattati e della necessaria e migliore consapevolezza dei cittadini, l’organizzatore Giuseppe Fattoruso che con Floriana D’Antonio coordinano il comitato di espressione socialista. A moderare l’incontro è stato il direttore editoriale di Agrotoday Agostino Ingenito.
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