Altri due arresti sono stati eseguiti dalla squadra Mobile di Salerno nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati, nella quale è stato arrestato ieri il consigliere regionale Nino Savastano ed è indagato il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli. Sono stati disposti gli arresti domiciliari per 20 giorni a carico di due persone legate alle cooperative sociali. Si tratta di Gianluca Izzo, amministratore di fatto della cooperativa ‘San Matteo’ e di Umberto Coscia, lavoratore della sopra citata società. La vicenda è legata all’ audio che era circolato nelle ore immediatamente successive al voto per le Comunali del 3 e 4 ottobre e che era stato denunciato dall’opposizione.
Tra i manoscritti ritrovati durante le perquisizioni a Vittorio Zoccola, il vero gestore a capo delle otto cooperative sociali finite nell’inchiesta della procura di Salerno e che usava scrivere a mano gli appunti utili alle sue attività, ce n’è uno in particolare che ha colpito gli inquirenti: è apparentemente indirizzato al presidente della regione Campania e definisce Roberto Nobile il responsabile di tutti i mali.
Nobile è il rup della procedura di gara che nel 2017 ha escluso due cooperative gestite dalla moglie e dalla figlia di Vittorio Zoccola. Ma il primo effetto del provvedimento fu un ulteriore bando per i lotti non affidati che all’esito della gara furono assegnati proprio alle due cooperative escluse in un primo momento semplicemente procedendo al cambio dei legali rappresentanti. Lo stesso espediente viene ripetuto anche in altre occasioni anche dopo le perquisizioni disposte dal pm nel giugno del 2020. Il provvedimento adottato da Roberto Nobile fu considerato uno sgarbo per il quale Vittorio Zoccola chiese l’estromissione del funzionario da ogni incarico lamentandosi del fatto, nella lettera ritrovata, che non fosse ancora stato fatto.
L’inchiesta sull’audio per condizionare il voto alle amministrative e l’indagine sulla gestione ed il sistema delle coop sociali a Salerno sono strettamente correlate.
Gianluca Izzo, l’autore dell’audio è infatti amministratore di fatto della cooperativa sociale San Matteo, una delle otto gestite da Vittorio Zoccola finite al centro dell’inchiesta resa nota ieri. Lo stesso Izzo compare più volte nel verbale dell’ordinanza che ieri ha portato all’arresto ai domiciliari del consigliere regionale Nino Savastano, del dirigente comunale Luca Caselli e in carcere il presidente Zoccola.
È molto presumibile che le pressioni con le quali attraverso il messaggio WhatsApp Izzo provi a condizionare il voto dei dipendenti siano indirizzate su Alessandra Francese, sua moglie candidata nella lista dei Progressisti( la più votata tra quelle a supporto del sindaco Vincenzo Napoli) ed oggi la prima di non eletti con 812 voti. La Francese potrebbe dunque entrare in consiglio comunale se, come è facile prevedere, il Sindaco Napoli scelga dai progressisti uno o più assessori per la prossima giunta. A meno che l’inchiesta in corso non cambi le carte in tavola. E a meno che, l’inchiesta partita per fare luce sul sostegno del sistema coop alle elezioni regionali non finisca per accertare condizionamenti anche sulle amministrative. La Procura ha fatto riferimento alla spregiudicatezza di un gruppo che, pur sapendo di essere sotto indagine, continuava ad agire come dimostra l’audio che oggi ha portato ai domiciliari Izzo e Coscia.
Il Codacons, intanto, interviene.L’avv. Matteo Marchetti vice segretario nazionale del Codacons dichiara: “nei giorni scorsi avevamo anche presentato una denuncia alla procura di Salerno per il famigerato audio contenente le intimidazioni a votare in un certo modo, le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti inerenti all’aggiudicazione degli appalti, nel caso di Savastano e Zoccola, anche di corruzione elettorale, ragion per cui vista la gravità chiederemo al Prefetto di Salerno di commissariare il Comune di Salerno e di procedere appena sarà possibile a nuove elezioni. I cittadini salernitani hanno il diritto ad essere governati da politici che non risultino neanche indagati figuriamoci poi quando i reati per cui si indaga siano così gravi”.