Stamattina c’era, diciamo, l’area nord dell’area nord. Mancavano all’appello delle città “ospedaliere” i sindaci di Nocera Superiore, Sarno e Scafati. Però c’erano quelli di Corbara (Pietro Pentangelo, coordinatore di fatto della consulta dei sindaci), Pagani (Lello De Prisco) e Nocera Inferiore (il padrone di casa Manlio Torquato).
Si è deciso di stilare per la prossima settimana, un documento congiunto firmato dai sindaci e dalla Cgil. Lo scopo è quello di tracciare in maniera analitica, l’ analisi della questione al fine di sottoporla all’ attenzione della Commissione Sanità della Regione Campania.Il confronto è stato tra sindaci e sindacato (Arturo Sessa capo-delegazione) sulle tante idee in ballo per rafforzare e migliorare la sanità nell’Agro: dalla costruzione di un nuovo ospedale dell’Agro (ipotesi formulata qualche mese fa proprio dalla Cgil), dalla classificazione a Dea di secondo livello dell’insieme di ospedali dell’Agro (Nocera, Pagani, Scafati e il passaggio di Sarno in tale contesto) o in alternativa di avere la dotazione necessitante per reparti, uomini e macchinari da Dea di secondo livello (il nome potrebbe essere Policlinico dell’Agro senza perdersi nel ragionamento sull’etichetta ma badando al sodo), del ritorno ad una doppia Asl Salerno, della possibilità di creare un’azienda ospedaliera ma anche dal poter intercettare fondi per poter creare una rete di sanità alternativa agli ospedali. Tante cose da discutere, poi da concordare in una sintesi realistica, successivamente da progettare e portare all’attenzione della politica regionale. L’Agro è rimasta spiazzato dalla decisione delle scorse settimane di innalzare a Dea di secondo livello Pozzuoli, una scelta apparsa geo-politica e poco sanitaria, una scelta che ha spinto verso commenti scaduti nel campanilismo ma che hanno una base di verità indiscutibile, riconosciuta anche De Luca, senza riscontri pratici in risposta, quando qualche anno fa pronunciò in Sala Colella all’Umberto I testuali parole: “Dea di secondo livello ? Si può fare ?”,