C’è voluta una intera giornata di preghiere, con in prima linea le donne, le parenti di San Gennaro che hanno continuato a intonare l’antico canto devozionale ma poi, nel tardo pomeriggio, alle 17.59 il sangue si è sciolto.
Una giornata intensa quella del 16 dicembre 2021. Tra timori covid che aleggiano e la speranza per una definitiva risoluzione del problema che attanaglia la città e il mondo tutto, San Gennaro fa preoccupare tutti. Di mattina, le ampolle del sangue di San Gennaro sono state prese dalla cassaforte dietro l’altare, non sciolte anzi dentro si vede un grumo di sangue solido. A niente era valsa la messa e la ritualità tutta la mattina. La cerimonia intanto non si è tenuta più, come è tradizione per il 16 dicembre, nella cappella, ma nel duomo. A causa del covid innanzitutto.
Nel primo pomeriggio le ampolle tornano in cassaforte per essere riprese, poi nel pomeriggio. Dalle 16 in poi, finché alle 17,59 finalmente arriva lo sventolio del fazzoletto bianco quest’anno è stato affidato al deputato Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, facente parte di una delle più antiche famiglie del patriziato napoletano, e componente della Deputazione della Cappella di San Gennaro .
I devoti tirano un sospiro di sollievo. I Napoletani si sentono più protetti. I cuori si rilassano mentre alle 19,00 le ampolle del sangue del Santo Patrono di Napoli tornano ad essere riposte nella cassaforte d’argento della Cappella.
IL PRODIGIO DEL 16 DICEMBRE
Quella del 16 dicembre è la celebrazione del prodigio d’inverno quando la la processione del busto del Santo e del sangue, al ponte dei Granili, fermò il magma del Vesuvio che stava per minacciare la città. Era il 1621 e di quel grande sostegno del santo è rimasta memoria indelebile nella guglia di San Gennaro che si trova in piazza Riado Sforza. Quello di dicembre (terzo delle tre date che vedono lo scioglimento del sangue) viene chiamato il miracolo laico e normalmente si tiene nella cappella, perché è legato proprio all’azione dei cittadini di Napoli. La caratteristica della Cappella di San Gennaro, infatti, è che è stata costruita dai Napoletani, è del comune e non della chiesa. Nel 1527, San Gennaro ha firmato, grazie all’intercessione di notai napoletani, un contratto dal sapore straordinario: lui protegge la città e la città di Napoli gli ha costruito e cura la più bella cappella del tesoro di San Gennaro. Ancora oggi la Deputazione, organo laico, si occupa della Cappella e del Tesoro di San Gennaro, che dal 2003 è diventato un museo visitabile di straordinario valore.